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Sanremo 2020, le pagelle: Diodato top, Riki flop. La vera domanda: Junior Cally chi?

Giulio Bucchi
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Le pagelle del Festival di Sanremo dopo le prime due serate, curate da Antonella Luppoli. Piero Pelù con “GIGANTE”  Tanta batteria e pure tanti Litfiba. D'altronde… Nonostante non abbia calcato il palco dell'Ariston mai prima d'ora pare decisamente a suo agio: si muove e urla. 3° in classifica, per noi arriva alla sufficienza: voto 6. Elettra Lamborghini con “LA MUSICA E IL RESTO SCOMPARE”  La regina del twerke non abbandona la sua comfort zone e pure all'Ariston concentra tutto sul suo punto di forza: il cu..ore! Anche perché sul brano c'è poco da puntare. È emozionata e avvolta in un abito-pantalone che ne esalta le forme. Almeno non ci mostra il “suo” leopardo tatoo. 21° in classifica, per noi è quasi promossa: voto 5.5. Leggi anche: Achille nudo sul palco? "Non è ancora finita". Sanremo, terremoto in arrivo Enrico Nigiotti con “BACIAMI ADESSO”   Era meglio “Nonno Hollywood” ma Nigiotti non delude. Forse un po' per i lustrini sulla giacca che ammazzano l'ormone. Certo difficile resistere al “baciami adesso” ripetuto con cotanto vigore. 18° in classifica, per noi lo sforzo non è sufficiente: voto 5.5. Levante con “TIKIMBOM”  Per metà del brano canta “piegata a 90” e canta bene. Per essere un esordio sembra essere a suo agio, un po' meno nell'abito succinto che si è concessa. Il brano è ritmato e il ritornello resta in testa. 10° in classifica, per noi, tutto sommato, la performance è soddisfacente: voto 6.5. Pinguini Tattici Nucleari con “RINGO STARR”  Testo divertente almeno quanto la camicia flower power di Riccardo Zanotti, voce del gruppo. Ritmo frizzantino con le trombe che la fanno da padrone. Una botta di vita. 4° per la classifica, ci aspettavamo qualcosa di meglio ma alla fine il gruppo ci convince: voto 7. Tosca con “HO AMATO TUTTO”  La preferivamo quando cantava – con Fiorello – “Il mio inizio sei tu”. Canta bene ma Mina è un'altra cosa, ecco. Il brano non prende mai ritmo né colore. Buon testo. 8° per la classifica, per noi sufficiente: voto 6. Francesco Gabbani con “VICEVERSA”  Resta coerente al genere “gabbaniano” ma ha sfornato pezzi migliori. Il motivetto fischiettato, che entra in testa in uno nanosecondo, non basta: rimpiangiamo lo scimmione. 1° per la classifica, non ci ha lasciato a bocca aperta ma va bene comunque: voto 6.5. Paolo Jannacci con “VOGLIO PARLARTI ADESSO”  Una ballad nostalgica dedicata ai papà. E in particolare al suo. Che, ovunque sia, certo non scoppia d'orgoglio. Soprattutto per il lucidalabbra (e non è uno scherzo!). Se l'avesse scritto un signor Rossi qualunque sarebbe stata per tutti una baggianata ma quel “Jannacci” fa la differenza. 16° in classifica, noi non siamo particolarmente colpiti: voto 5. Rancore con “EDEN”  L'Ariston non è pronto alla musica di Rancore. Peccato. Si sente tutto Durdust (al secolo Dario Faini) tra i migliori produttori musicali sulla piazza. 22° in classifica, noi vogliamo spingerci oltre il limite della tradizione: voto 7. Junior Cally con “NO GRAZIE”  Altro pezzo rap che varca i confini di Sanremo. Canta senza maschera. Senza le polemiche che hanno preceduto l'inizio della kermesse saremmo qui a chiederci: Junior Cally chi? 24° e quindi ultimo in classifica, per noi non arriva neanche al 6 politico: voto 5. Giordana Angi con “COME MIA MADRE”  Mamma, madre, mammarà. La voce c'è (c'è sempre stata) ma il testo è elementare. Quasi banale. 13° in classifica, rimandata a s…anremo prossimo (chissà): voto 5. Michele Zarrillo con “NELL'ESTASI O NEL FANGO”  Sembra Mango (buon'anima) più che Zarrillo. I tempi di “Una rosa blu” sono ben lontani. Tenta un'innovazione nella tradizione, non siamo sicuri riesca nell'innesto. 9° posto in classifica, per noi mmm... siamo magnanimi però perché farlo esibire all'1.23 è da stronzi (sì lo abbiamo detto): voto 6. Irene Grandi con “FINALMENTE IO”  Dà il via alla 70esima edizione del Festival di Sanremo con un pezzo scritto da Vasco Rossi. E si vede. Anzi si sente. Animo rockettaro, portamento femminile. È tornata, finalmente lei, ma non è che ne sentivamo particolarmente la mancanza. Con 10 anni in meno per energia, entusiasmo e nouvelle visage. 7° in classifica, per noi sufficiente: voto 6. Marco Masini con “IL CONFRONTO”  Piano e voce. Non osa il cantautore, resta fedele a se stesso. Una “masinata” pazzesca. Pure troppo: introspettiva, cupa, autobiografica. Forse è stato un antenato di Gazzelle. 11° in classifica, per noi decisamente insufficiente: voto 4.5. Rita Pavone con “NIENTE (RESILIENZA 74)  Prova ad affidarsi al guizzo rock ma la resilienza ammorba di suo. I suoi 74 (non centimetri ma anni) si vedono tutti. L'Ariston gli regala una standing ovation, omaggio alla storia più che al pezzo. 19° in classifica, per noi insufficiente: voto 5. Achille Lauro con “ME NE FREGO”  Non può puntare sulla voce perché non ce l'ha. E allora scommette sulla faccia e non solo… Scende le scale a piedi nudi. Poi, si spoglia del suo mantello, neanche fosse San Francesco (anche perché di sacro Lauro ha davvero poco), resta in tutina glitterata e super attillata. 17° in classifica, noi premiamo il genio e soprattutto la sregolatezza: voto 6.5. Diodato con “FAI RUMORE” Buon testo, buona musica, interpretazione emozionata ma perfetta. Viene voglia di abbracciarlo per la tenerezza. È bravo. E per questo si piazza 6° in classifica, per noi tra i migliori di questo Festival: voto 8. Le Vibrazioni con “DOV'È” Sempre uguali a se stessi. Senza infamia ma cum laude. Su tutto per la presenza sul palco di Mauro Iandolo, figlio udente di genitori sordi. Convincono la giuria demoscopica che li piazza al 2° posto della classifica. Premiamo l'idea scenica, quasi sufficiente: voto 5.5. Anastasio con “ROSSO DI RABBIA”  All'inizio sembra Eminem. In protesta perenne. Ha la faccia troppo pulita per convincerci, nonostante lo sforzo di sorridere poco. Fa l'impegnato col sabotatore. Interpreta bene. 8° in classifica, per noi più che sufficiente: voto 7. Elodie con “ANDROMEDA”  L'Andromeda in questione potrebbe essere lei per il suo essere “figherrima”. Il pezzo è difficile ma buono. Molto. Troppo. Di Mahmood. Potrebbe arrivare sul podio. O l'impronta di chi ha trionfato l'anno scorso la penalizzerà? 5° in classifica, per una volta concordiamo: voto 7.5. Bugo e Morgan con “SINCERO”  Il brano calza perfettamente le corde dell'improbabile duo che lo interpreta a modo proprio e non lesina sporcature. Possono osare di più. Se vogliono. La coda della classifica è ingiusta. 23° in classifica, per noi sufficienti: voto 6. Alberto Urso con “IL SOLE AD EST”  Canta. Molto bene. E chi lo paragona ai ragazzi del Volo sbaglia. L'emozione rende tutto più difficile ma l'interpretazione resta impeccabile. 12° in classifica, per noi più che sufficiente: voto 6.5. Riki con “LO SAPPIAMO ENTRAMBI”  Faccia pulita e solita solfa. Le ragazzine impazziscono, la giuria demoscopica decisamente meno. 20° in classifica, per noi gravemente insufficiente: voto 3. Raphael Gualazzi con “CARIOCA”  Un premio al coraggio di portare sul palco dell'Ariston qualcosa a cui non ci ha abituato. Può piacere, oppure no. 14° in classifica, per noi comunque non è sufficiente: voto 5. di Antonella Luppoli

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