L'intervista

Parmitano: "Dallo spazio vedo un'Italia senza crisi"

Chiara Giannini

«Un buon caffè espresso ristretto mi farebbe piacere, ma mi sento a casa, qui è bellissimo». Luca Parmitano, l’astronauta italiano che si trova a bordo della Stazione spaziale internazionale, non ha dubbi: la vita nello spazio è entusiasmante. Il maggiore dell’Aeronautica militare ha parlato ieri in collegamento con la sede romana dell’Asi (l’Agenzia spaziale italiana), grazie a un ponte satellitare del Mission control center della Nasa, a Houston. Quello che è apparso in video è un cosmonauta in perfetta forma, felice di essere dove si trova ed emozionato per la sua attività. Parlando, mentre si divertiva a giocare con un microfono che galleggiava in assenza di gravità, ci ha raccontato la sua esperienza da uomo delle stelle. «Nonostante sia già passata più di una settimana», ha spiegato Parmitano, «qui il tempo vola. Sei mesi possono sembrare tanti, ma so che possono anche passare velocissimi».  L’astronauta ha precisato che la vita in un ambiente ristretto come quello della Stazione spaziale, che ha un volume equivalente a quello di un Boeing 747 e i cui moduli abitativi sono per il 50% di fattura italiana, è tutt’altro che noiosa. «La mia giornata», ha raccontato, «inizia alle 6 del mattino. Abbiamo 8 ore di lavoro, ma anche 2 di attività fisica obbligatoria. Qui facciamo molti esperimenti. Dovrò occuparmi del Pro K, ovvero di un programma utile a diminuire l’osteoporosi rapida nello spazio, ma anche di Green Air, volto alla riduzione dell’inquinamento. Spero che la mia esperienza possa servire per far fare all’Italia, all’industria italiana e all’Asi uno step in avanti nel campo aerospaziale». Si era parlato, in un primo momento, di una terza passeggiata spaziale che Parmitano avrebbe dovuto fare in caso di problemi all’attracco dell’Atv, il cargo atteso per il 15 giugno, ma Luca ha rassicurato: «Per adesso tutto va per il meglio e sono previste solo due attività extraveicolari». Parlando delle emozioni quotidiane, l’astronauta ha ricordato che il momento più coinvolgente è stato quello dell’apertura dello sportello, all’arrivo a destinazione. «È stato bello vedere le persone con cui passerò i prossimi quattro mesi», ha detto, «e notare che un collega si era raso i capelli per accogliermi. Mi ha colpito l’atmosfera che si respira qui. E poi mi sono trovato subito a mio agio. È semplicemente fantastico, qui si ha una sensazione di libertà assoluta e di potersi muovere in qualsiasi direzione. Guardare fuori significa guardare il mondo e lo spazio sembra fatto di velluto nero: è straordinario. Ho potuto ammirare le nubi luminescenti notturne, che sono blu e altissime. Neanche nei sogni avrei potuto immaginarle».  Ma lo stivale non è comunque ancora riuscito a fotografarlo, perché spesso, al passaggio, in ombra. Parlando del momento del ritorno a casa, Parmitano ha detto: «Quando atterrerò, tra sei mesi, mi piacerebbe che l’Italia avesse ritrovato la sua armonia e la sua strada per andare avanti». Uscire dalla crisi, insomma. Lo ha annunciato col sorriso sulle labbra, guardando dritto in camera. Mentre si sente comunque vicino alla Terra, visto che dallo spazio può anche mandare qualche fotografia e saluto sul suo profilo Facebook. Due giorni fa, in suo onore, i membri del club «Amici del reparto sperimentale volo» (reparto di cui il maggiore dell’Aeronautica faceva parte prima di diventare astronauta), suoi fedeli supporter, si sono riuniti all’aeroporto militare di Pratica di Mare e si sono fatti scattare una fotografia in cui, assieme agli ex colleghi del cosmonauta, sorreggono un grosso «Ciao Luca». Un saluto dalla Terra allo spazio, che gli invieranno via Facebook, perché anche dalle stelle lui possa sentirsi sempre un po’ a casa. di Chiara Giannini