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Come diventare macchine del sesso dopo i 50 anni. Rivoluzione sotto le lenzuola: che cosa dovete fare

Eliana Giusto
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Per una donna in menopausa il sesso può diventare un problema. Un problema che ha un nome e un cognome: si chiama  atrofia vulvovaginale. Disturbo che spesso viene nascosto perché causa imbarazzo, anziché affrontato e superato. Invece la secchezza vaginale, la perdita di elasticità e il dolore durante un rapporto sessuale sono sintomi di qualcosa di naturale che ha una soluzione. "Solo negli ultimi tempi le donne hanno imparato timidamente a parlarne. Prima erano bloccate dal pudore, e davano per scontato che certi aspetti della sessualità non dovessero più interessarle dopo una certa età", sottolinea a Repubblica Elsa Viora, presidente dell'Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani. Ma la sessualità è un aspetto importante della qualità di vita, anche dopo i 50 anni. "Abbiamo diverse soluzioni per alleviare i sintomi dell'atrofia vulvovaginale, così ampie che se ne possono trovare praticamente per ogni donna con terapie locali, a base o meno di estrogeni oppure sistemiche, quest'ultime da preferirsi quando sono presenti anche altri sintomi della menopausa". Tra le soluzioni locali poi ci sono creme e gel idratanti, a base di acqua, acido ialuronico, vitamina E e colostro, ovuli, anelli e creme a base di estrogeni, per il rilascio localizzato di ormoni. Senza infine dimenticare la palestra, allenando i muscoli del pavimento pelvico con gli esercizi di Kegel, e soprattutto l'attività sessuale. Più rapporti si hanno più i tessuti si mantengono elastici. Bisogna dare sfogo alla fantasia, conclude Roberta Rossi, presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica: "Una sorta di petting, che potrebbe aiutare le donne anche a riconoscersi e a ricominciare, prendendo confidenza con i cambiamenti sopraggiunti nel tempo". La consapevolezza del proprio corpo, anche in senso erotico, deve diventare un punto di forza e non di debolezza".

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