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Facebook compie 10 anni: ecco le cose per cui Zuckerberg non può festeggiare

Il social network è ancora il più popolare ma si celano molti lati oscuri. Privacy, dipendenza e possibili fughe: "Faccialibro" sa già di vecchio?

Giulio Bucchi
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Facebook spegne 10 candeline. Era il 4 febbraio 2004 quando il social network più famoso al mondo, con un miliardo e 230 milioni di utenti, veniva lanciato al pubblico da un giovanissimo Mark Zuckerberg e altri tre co-fondatori nel campus universitario di Harvard. Decisero così di passare da un sito che permetteva di votare le ragazze più belle dell'Università a una piattaforma più ampia, chiamandola Thefacebook. Da là il famoso "mi piace" diventa contagioso. Ma bisogna veramente spegnere queste candeline e regalare cosi un "like" generale a questo social? Siamo veramente sicuri che Facebook ha cambiato la nostra vita in meglio? Ma quali candeline, dietro all'uso friendly del mezzo si celano molti lati oscuri. Privacy buco nero - Dallo scorso giugno, per la prima volta da quando è scoppiato lo scandalo Datagate, secondo un documento top secret ottenuto dal Guardian i principali colossi della web economy, tra cui Facebook, avrebbero fornito i dati e i contenuti di decine di migliaia di profili di utenti alle autorità americane, a seguito alle richieste della National Security Agency e dell'Fbi vidimate della corte segreta FISC (Foreign Intelligence Surveillance Court), istituita dalla controversa legge FISA (Federal Intelligence Surveillance Act). Quando tra i power point dell'NSA diffusi dal Guardian è spuntato anche il nome di Facebook, Zuckerberg ha reagito con un: "Mai sentito nominare". E invece mentre Zuck è intento a fare i conti della sua azienda Facebook è in contatto costante con i governi di mezzo mondo. Come dice l'azienda stessa, nei primi sei mesi del 2013 il social network ha ricevuto più di 26.000 richieste di accesso ai dati di circa 18.000 utenti a livello globale. Dentro a questo calderone rientrano anche indagini su persone scomparse e rapimenti, ma, come è facile intuire, nessuno può sapere con esattezza quale altro tipo di richieste Facebook abbia ricevuto dai governi. Dipendenza sociale - Se la privacy è ormai pari a zero e tutti i dati personali sono oggetto di commercio in rete, i pericoli più seri sono legati alla nostra salute.  Una volta entrati sul social, gli utenti da un lato entrano in una indipendenza che spesso porta a fare a meno dell'incontro fisico, e dall'altro in una dipendenza da connessione. Effetti collaterali: perdita di concentrazione, stanchezza eccessiva, problemi lavorativi e scolastici, disobbedienza  e ribellione, data dalle mode che si pubblicizzano sui social, e stili di vita poco sani con il rischio obesità e, appunto, riduzione degli incontri faccia a faccia. D'altronde è sempre più difficile staccarsi da quella sedia che il cibo diventa secondario rispetto al social droga.     Fuga da Facebook? - Lo scorso 23 gennaio due dottorandi del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale della Princeton University, Johan Cannarella e Joshua Spechler, hanno pubblicato una ricerca su quali potrebbero essere i possibili scenari di Facebook. Dallo studio emerge che Facebook avrebbe iniziato il suo declino e sarebbe destinato a perdere l'80% dei suoi utenti entro il 2017 per poi chiudere i battenti, affiancandosi nella soffitta delle piattaforme virtuali accanto a Second Life. Dopo la pubblicazione il quartier generale di Facebook, in California, si è subito messo all'opera per replicare alle funeste previsioni. Ma i piani alti del social non smentiscono né confermano. Anzi,  Mike Develin e i suoi collaboratori  Lada Adamic e Sean Taylor del Data Team di Facebook si sono solamente limitati a rilanciare la palla, servendosi della medesima dinamica di valutazione, comprensiva di grafico e tabelle: "La Princeton fallirà in meno di 10 anni". Anche se noi siamo diventati Facebook e Facebook è diventato un pezzetto della vita quotidiana di molti di noi, come tutte le tecnologie, è soggetta all'obsolescenza, e c'è già chi parla di una fuga dei giovani. Karen North, docente di Social Media alla Annenberg School of Communications presso la University of Southern California ha affermato di recente che "i ragazzi si stanno orientando verso Tumblr, Instagram, Snapchat e Whisper, che sono piattaforme più creative dal punto di vista visivo. In poche parole - secondo North - Facebook rimarrà un'agenda di contatti e piattaforma comunicativa. E per i più giovani Facebook è già roba da vecchi. I social network più frequentati tra i 13 e i 16 anni sono Formspring negli Usa e il criticatissimo Ask.fm in Europa e Sud America. E questo forse un po' preoccupa Zuckerberg. di Simone Cerroni

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