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Cervo ferito gira in città

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Narcotizzato e ucciso

Albina Perri
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Stamane a Bolzano c'è stata una vera e propria caccia al cervo. L'animale, probabilmente proveniente dal Monte Tondo, è sceso a valle attraversando a tutta velocità il centro storico della città e nella sua folle fuga ha travolto, in modo non grave, una donna e un bambino. Il povero animale, che tra l'altro era ferito ad un occhio, si è allontanato dal suo habitat naturale forse impaurito dal forte temporale che si è abbattuto sui monti la scorsa notte, e una volta giunto nelle vie del centro si è trovato solo, contuso e spaesato. I vigili del fuoco e la polizia municipale lo hanno messo alle strette, costringendolo a rifugiarsi nel parcheggio interrato di Mayr Nusser, in pieno centro storico, dove è stato dapprima narcotizzato e poi, inspiegabilmente, ucciso con tre colpi di pistola. Che ragione c'era di sopprimerlo dopo che era stato messo nelle condizioni di non nuocere più a nessuno? Se l'è chiesto il Codacons, che in una nota ha espresso notevoli perplessità sull'andamento della vicenda. «Se il cervo fosse stato ucciso mentre correva per le strade nessuno avrebbe contestato l'episodio si sarebbe trattato di una inevitabile necessità a tutela della sicurezza e della salute pubblica. Il cervo, invece, è stato ucciso, a quanto pare, mentre era ormai prigioniero e non poteva più nuocere ai passanti, visto che la gente era stata evacuata». «Il Codacons - prosegue la nota - ricorda che la legge n. 189 del 20 luglio 2004, contenente disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, ha modificato alcuni articoli del Codice penale, stabilendo ad esempio, all'art. 544 bis, che 'Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi. Il Codacons chiede, quindi, alla procura di Bolzano di accertare come si siano realmente svolti i fatti e di accertare se nella vicenda esistano profili penalmente rilevanti».

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