Convivere con il virus
Coronavirus, non ne usciremo mai? L'indiscrezione sui contagi, lo scenario della "seconda ondata"
Dalla Lombardia arrivano nuove drammatiche anticipazioni sui contagi, ma c'è già chi parla della "seconda ondata" di coronavirus. Insomma, se mai l'Italia riuscirà a uscire dall'incubo in tempi brevi (diciamo prima dell'estate), non potremo ancora gioire. Anzi, a giudicare da quanto sta accadendo in Cina e Giappone (dove la prima ondata dell'epidemia è finita), probabilmente saremo i primi in Europa ad affrontare anche il "ritorno di fiamma" del Covid-19. "Per il coronavirus e le sue caratteristiche di contagio - spiega Corriere.it -, per avere l’immunità di gregge servono o il vaccino (occorreranno diversi mesi, ndr) o il 66% della popolazione contagiata".
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Per questo, insomma, il rischio di una seconda ondata non è da escludere e probabilmente il virus continuerà a circolare anche nei prossimi mesi, magari con una nuova impennata di casi e, si spera, meno violenti e gravi. Sempre per questo motivo, le misure di precauzione (mascherine e guanti) e distanziamento sociale (dal "metro di sicurezza" all'isolamento attuale) dovranno proseguire anche dopo la prima stabile diminuzione di contagi.
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C'è poi il problema della "non sincronia dei focolai". Tradotto: o chiudiamo i confini, o correremo sempre il rischio che qualcuno, provenendo da un Paese in cui il virus è scoppiato in ritardo rispetto all'Italia, lo riporti nei nostri confini. Secondo la rivista scientifica Lancet, "una volta che quattro o più infezioni sono state introdotte in una nuova sede, c’è una probabilità superiore al 50% che si verifichi un focolaio".