Parkinson, questo sconosciuto
Un italiano su 4 non sa di averlo
In Italia il25% dei malati di Parkinson non sa di soffrirne. Il dato è emerso dallapresentazione della prima Giornata mondiale della malattia di Parkinson che sicelebrerà sabato 28 novembre. I sintomi premonitori da non sottovalutare nonsono solo i tremori incontrollabili, ma anche dolori, cadute, lentezza neimovimenti, muscoli rigidi, difficoltà a scrivere e vestirsi, ridottasensibilità agli odori e sbalzi di pressione quando ci si alza da una sedia. Campanellid'allarme poco conosciuti, vista l'alta percentuale di malati inconsapevoli. Lapatologia colpisce 300mila italiani (gli uomini una volta e mezza in più delledonne), avanza al ritmo di 6 mila nuovi casi all'anno e non riguarda soltantogli anziani: un quarto dei pazienti ha meno di 50 anni e uno su 10 meno di 40. L'evento èpromosso dalla Limpe (Lega italiana per la lotta contro la malattia diParkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze), con la collaborazionedelle associazioni pazienti Aip e Parkinson Italia e il patrocinio del Senato. Il28 novembre le strutture che in tutta la Penisola aderiscono all'iniziativa, 57 centrispecialistici, saranno aperti al pubblico e offriranno un'informazionepersonalizzata e opuscoli sulla patologia. L'obiettivo è diffondere laconoscenza del Parkinson e sensibilizzare i cittadini sull'importanza delladiagnosi precoce. Se unpaziente su 4 (soprattutto nella fascia d'età 40-50 anni) non sa di esseremalato, nel 20% dei casi chi soffre arriva dal medico con due anni di ritardo. Ilsintomo più conosciuto, il tremore, è assente nel 20-30% dei pazienti e glialtri campanelli d'allarme sono spesso sottovalutati: i segni più importanti,secondo gli esperti, sono invece la maggiore difficoltà a svolgere movimenticome radersi o cucire. Saperne dipiù, dunque, è un passo fondamentale per intercettare la malattia sul nascere,cercare di rallentarne la marcia ed evitare problemi ad essa associati, comedepressione o demenza (punto d'arrivo per un 20-25% di pazienti). Quanto aifattori potenzialmente protettivi, uno studio promuove il caffé (chi non nebeve avrebbe un rischio di Parkinson 5 volte più alto).