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Chi vuol essere giovane non invecchia

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«Ognuno ha l'età che si sente di avere», è una delle pillole di saggezza della Regina d'Inghilterra che in questi giorni ha sfoderato il suo spiccato senso dell'umorismo rifiutando il premio "Anziana dell'anno" con un «no, thank you». E spiegando in una lettera indirizzata a Oldie, la rivista inglese che intendeva assegnarle il riconoscimento, che lei sarà anche a un passo dal secolo di vita ma l'età è una questione soggettiva. «Sua Maestà», ha sottolineato il segretario privato Tom Laing-Baker, «non si sente di raggiungere i criteri rilevanti per accettare il premio e spera che troviate un destinatario più meritevole». Un no «educato ma intransigente», stando a Gyles Brandreth, coordinatore del concorso, nonché scrittore e amico del principe Filippo. Una mente raffinata quella di Elisabetta II, che ha sempre ribadito: «Non c'è niente di peggio per il morale come ricordare che gli anni passano sempre più velocemente, e che il vecchio scheletro comincia a perdere pezzi». Sarà questo il segreto della sua forza e del suo essere sempre sorridente e battagliera. In realtà ci sono studi che lo confermano: la potenza della mente può fare miracoli, l'età psicologica può addirittura influenzare quella biologica. E sembra faccia bene anche barare sulla data di nascita, sarebbe più efficace di una crema antiaging o di un ritocchino dal chirurgo estetico, con un risultato molto più naturale. 

NO AL NARCISISMO
Niente a che vedere con la sindrome di Peter Pan dove si prolunga l'eterna fanciullezza rifiutando le responsabilità dell'età adulta. E siamo lontani pure dall'ossessiva giovinezza alla Dorian Grey, vissuta tra narcisismo e ricerca del piacere. La cultura della giovinezza consapevole include una leggerezza nel modo di vivere, che non ha nulla a che vedere con la superficiale, un volersi bene, un pizzico di egoismo e una manciata di obiettivi e sogni. «Il pensiero può influire positivamente sul benessere fisico. Pensare in maniera attiva, lucida, tenendo sempre la mente allenata e avendo un atteggiamento proattivo verso la vita, aiuta in modo significativo anche l'aspetto esteriore», dice a Libero la psicoterapeuta Miolì Chiung. «La psicosomatica è quel campo di studio che associa la relazione tra mente e corpo. Questo non significa che il corpo non invecchi, ma è il modo in cui lo fa che cambia. Il positive aging è l'atteggiamento che si dovrebbe avere come stile di vita, per prepararsi ai cambiamenti senza perdere la voglia di fare», sostiene. «Si innesca così un circolo virtuoso in cui si hanno benefici concreti sullo stato di salute. Essere positivo e avere più energie produce straordinari effetti sull'umore. Curare il proprio corpo per curare la propria mente e viceversa curare la propria mente per curare il corpo», conclude la dottoressa. 

L'OTTIMISMO
La pensa così anche la psicologa Emma Cosma, raggiunta al telefono: «Invecchiare è un processo inevitabile, ma il sentirsi più giovani rispetto all'anagrafe spesso dipende dalla percezione che si ha di sé stessi. Non è per tutti così. Anzi, è una condizione di privilegio, uno stile di vita di chi sa vivere pienamente in modo appagante ogni giorno, di chi vede il bicchiere mezzo pieno. Di chi è sempre sorridente e gioioso, spiritoso, ironico. E sa entusiasmarsi». Come dichiarava già nel V secolo a.C. il filosofo greco Antifonte: «In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute o verso la malattia». «La psiche influisce sul corpo in modo assolutamente positivo quando è alimentata dalla curiosità, dalla creatività, da un'apertura verso i sentimenti e gli affetti, le passioni, i progetti. Ma molto dipende anche da un modo di vivere sano, dovuto a una corretta alimentazione e all'attività fisica che non dovrebbe mai mancare, così come il riposo», continua la Cosma. «Questo non significa rincorrere la giovinezza a tutti i costi, talvolta in modo ossessivo, artificioso e narcisistico perché rivelerebbe un'insicurezza e un'incapacità di sapersi accettare. L'autostima è fondamentale, è un percorso intimo, che permette di affrontare il tempo che passa con equilibrio. E non si raggiunge certo rincorrendo la chirurgia estetica. L'accettazione è un passaggio importante e corretto di fronte al proprio fisico che cambia. Ogni età ha un suo significato e una sua bellezza. La sicurezza e consapevolezza che si raggiungono con l'esperienza regalano serenità interiore e centratura». Qualcuno la chiama saggezza, a dispetto delle turbolenze adolescenziali. 

LO STUDIO
Il nostro corpo risponde alle aspettative della nostra mente: lo dimostra anche lo studio, condotto da Antonio Terracciano, ricercatore italiano che lavora presso il National Institutes of Health (NIH) di Baltimora, e pubblicato da Age. Una verità scientifica che Terracciano ha ricavato dopo aver analizzato il comportamento e le cartelle di oltre 8000 anziani arruolati in due grandi studi americani: se il cervello è convinto che siamo più giovani di quanto non risulti all'anagrafe, il corpo reagirà di conseguenza rallentando non solo l'invecchiamento, ma anche il declino delle capacità motorie. Gli anziani più "giovanili" (coloro che si sentivano più giovani della loro età) camminano con passo più spedito e col passare degli anni pur rallentando lo fanno in maniera minore dei coetanei che non si sentono giovani. Ciò dimostra che l'invecchiamento procede per loro in maniera più lenta. Lo sapeva bene il banchiere David Rockefeller che aveva promesso di non lasciare questo mondo prima dei 100 anni. Infatti se ne è andato a 101 anni. L'elisir di longevità risiede nel cervello, come dichiarava il Nobel, Rita Levi Montalcini: «Il corpo faccia quello che vuole io sono la mente». 

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