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Omicron, "variante mimetica": come colpisce l'intestino. Il sintomo e le conseguenze: l'ultimo allarme

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La variante Omicron

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La variante Omicron è ormai divenuta predominante in tutto il mondo. Da essa dipende il forte aumento di contagi, che ha riguardato anche l’Italia, arrivata a superare anche i 200mila casi di Covid giornalieri. Più contagiosa di Delta, secondo un recente studio condotto dall’Università di Hong Kong questa variante si moltiplica 70 volte più velocemente nei bronchi rispetto al virus originale: quindi è apparentemente meno pericoloso, non arrivando con frequenza ai polmoni, ma è più trasmissibile.

 

 

Per quanto concerne i sintomi, finora ne sono stati evidenziati di nuovi connessi ad Omicron: uno dei principali è la dissenteria, come rilevato dal Cdc americano. Tale variante riesce a “mimetizzarsi” perché presenta sintomi molto simili a quelli dell’influenza stagionale e del raffreddore, ma la dissenteria potrebbe aiutare a distinguerla: la Nbc Chicago ha osservato che le persone con un sistema immunitario compromesso hanno maggiori probabilità di manifestare disturbi gastrointestinali, mentre la John Hopkins Medicine ha aggiunto che circa il 20% dei pazienti Covid soffrono di questi disturbi.

 

 

Poi ci sono sintomi più “classici” come la perdita improvvisa dell’olfatto e del gusto: sono anche sintomi più “specifici” rispetto a quelli come mal di testa, brividi e dolori muscolari. Anche in uno degli studi più ampi condotti in Regno Unito sui sintomi di Omicron, sono arrivate molte conferme riguardo ai disturbi intestinali, che sono la vera novità di questa variante.

 

 

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