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Iliad-Vodafone, sul piatto 10,4 miliardi: telefonia, può cambiare tutto

Attilio Barbieri
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Iliad torna all’attacco su Vodafone. Ma questa volta l’offerta è meno ricca rispetto a quella avanzata dal gruppo francese fondato da Xavier Niel lo scorso anno. Le attività italiane del gruppo telefonico inglese guidato da Margherita Della Valle, vengono valutate 10,45 miliardi ma con multipli superiori e i francesi propongono una joint venture al 50% per dar vita «all’operatore più innovativo in Italia», garantendosi però una serie di opzioni call per salire fino al 100% in 5 anni. Vodafone non ha mai fatto mistero di essere insoddisfatta del mercato italiano ma, a differenza di quanto è accaduto in Spagna dove si è disimpegnata, ribadisce che «sta esplorando opzioni con diverse parti per raggiungere questo obiettivo in Italia, anche attraverso una fusione o una cessione».

Dunque non è un «no» secco a Niel, anche se le indiscrezioni da settimane parlano di colloqui in corso con Swisscom, la capogruppo di Fastweb. Il titolo del gruppo inglese, che in passato aveva già dichiarato di essere «favorevole al consolidamento nel mercato dei paesi in cui non sta ottenendo adeguati ritorni sul capitale investito», sulle attese per una nuova mossa nel risiko delle tlc ha preso il volo in Borsa. Dopo aver strappato fino al 6% di guadagno, ha chiuso in rialzo del 3,7% a 67,16 sterline. A febbraio dello scorso anno Vodafone aveva rifiutato un’offerta di 11,2 miliardi di euro per le attività italiane da parte di un consorzio guidato da Iliad. Poi a settembre Niel, attraverso Atlas Investissement ha acquisito una partecipazione di circa il 2,5% in Vodafone e i colloqui, secondo i rumors, sarebbero ripresi fino alla nuova proposta arrivata ieri.

 

 

PARTECIPAZIONI
Vodafone avrebbe il 50% del capitale sociale della newco italiana insieme a un pagamento in contanti pari a 6,5 miliardi di euro e ad un finanziamento soci per 2 miliardi di euro finalizzato a garantire l’operatività a lungo termine. L’operazione proposta implica un multiplo dell’Ebitdaal (utili prima degli interessi, tasse e ammortamenti, ma dopo la locazione di immobili che ospitano infrastrutture passive ai clienti delle controllate operative) di 7,8 volte, superiore al multiplo di 7,1 volte offerto da Iliad con l’offerta di 11,25 miliardi di euro di febbraio 2022. Iliad avrebbe il restante 50% ma anche un diritto di opzione sulla partecipazione di Vodafone nella newco con facoltà di acquisire ogni anno il 10% del capitale. Nel caso in cui Iliad decidesse di esercitare interamente le opzioni d’acquisto, ciò genererebbe ulteriori 1,95 miliardi di euro di liquidità per Vodafone.

SINERGIE PER 600 MILIONI
Iliad Italia viene valutata 4,4 miliardi di euro e otterrebbe il 50% del capitale sociale della newco, insieme a un pagamento in contanti (dalle banche che finanziano l’operazione) pari a 500 milioni e ad un finanziamento soci per 2 miliardi di euro. Dal matrimonio nascerebbe un operatore con un fatturato di circa 5,8 miliardi e un Ebitdaal di circa 1,6 miliardi, che beneficerebbe di sinergie annuali per 600 milioni e la leva finanziaria si situerebbe a 4,5 volte di debito netto rispetto all’Ebitdaal, con l’obiettivo di scendere sotto le 3 volte in tre anni. Insieme, Vodafone Italia e Iliad Italia sarebbero «un operatore forte, con la capacità e la solidità finanziaria necessarie per investire nel lungo termine» commenta Thomas Reynaud, ceo del gruppo Iliad.

 

 

La newco, e qui sembra parlare direttamente al governo italiano, «sarebbe pienamente impegnata nell’accelerazione della transizione digitale del Paese e in particolare nell’adozione della fibra ottica e nello sviluppo del 5G, con oltre 4 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi 5 anni». «Il mercato in Italia ha bisogno di investimenti e che si consolidino gli investimenti in questo settore», commenta il ministro delle Imprese Adolfo Urso, «noi stiamo facendo la nostra parte come governo. Con le risorse che mettiamo in campo come ministero utilizzando appieno e al meglio le risorse del Pnrr. È ovvio che poi il mercato ha le sue dinamiche e questo lo vedremo sia per quanto riguarda l’operazione su Tim sia per quanto riguarda l’eventuale offerta che un operatore ha fatto nei confronti di un altro operatore. Sono dinamiche di mercato e noi lasciamo che il mercato si esprima», ha aggiunto Urso. 

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