Rubbia: per la crisi energetica
nucleare senza uranio
Risparmiare energia non basta. Bisogna esploreare altre vie, puntare su fonti alternative, il sole e il nucleare senza uranio. Lo dice il premio Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia, a Santiago del Cile, dove ha fra l'altro ricevuto una laurea honoris causa dalla locale Università cattolica. In una conferenza sul tema "Energia e ambiente nella cooperazione internazionale" pronunciata nella sede della Commissione economica per l'America latina (Cepal) dell'Onu, Rubbia ha sostenuto che si deve avanzare verso «una energia nucleare, non quella già conosciuta, ma una nuova», visto che l'uranio mostra già segni di esaurimento mentre il torio è un metallo ampiamente disponibile. Comunque, ha avvertito, questo nuovo stadio «sarà raggiungibile solo se si realizzerà una ricerca vasta e innovatrice». Per quanto riguarda l'energia solare, il Nobel italiano ha sottolineato che la sua utilizzazione «è facile come una bicicletta» e ha aggiunto che la ricerca in questo campo deve dirigersi verso «nuove possibilità di immagazzinamento», problema chiave per questo settore. Rubbia propone in sostanza centrali nucleari di quarta generazione, e non di terza, che possono essere alimentate non dall'uranio (sempre più costoso), ma dal torio, elemento largamente disponibile in natura. «Pensate – aveva spiegato tempo fa lo scienziato – che le 200 tonnellate di uranio necessarie per far funzionare una centrale, nel caso del torio si ridurrebbero a una sola. Senza contare che con quest'ultimo non si costruisce la bomba atomica e che le sue scorie hanno vita breve».