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Russia, uccide un cane

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multa e lavori forzati

Albina Perri
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Un uomo della Baschiria, sugli Urali, una sera di febbraio si ubriacò. Annebbiato dall'alcol, tornò a cassa e sfogò tutta la sua rabbia sul cucciolo dei vicini, che era legato alla catena. Lo uccise, con le mani e con i piedi, davanti agli occhi dei suoi piccoli padroni. Ora il tribunale lo ha condannato a un anno e nove mesi di lavori forzati. Oltre a diecimila rubli (270 euro) di risarcimento danni. Non era mai accaduto in Russia, e mai nel mondo, che la violenza su un animale fosse punita con una pena del genere. In Italia, nel 2004 è arrivata la legge 189, che innalza le sanzioni pecuniarie e introduce la possibilità di condanna al carcere fino a tre anni per chi maltratta, tortura e uccide gli animali “di affezione”: i cani e i gatti. Ma i lavori forzati non sono ancora stati introdotti. Una norma da copiare dalla Russia?

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