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Estratta energia bioelettrica dalle alghe

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Gli scienziati della Stanford University hanno introdotto dei nanoelettrodi nelle cellule catturando elettroni prodotti dalla fotosintesi dell'alga

Tatiana Necchi
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Anche se soltanto per un brevissimo intervallo di tempo, un team di ricercatori della Stanford University è riuscito a estrarre energia da un'alga monocellulare. A dare la notizia è la rivista "Nano Letters". Gli scienziati hanno introdotto un nanoelettrodo d'oro attraverso la membrana cellulare di un'alga Chlamydomonas. Attraverso l'elettrodo hanno catturato alcuni degli elettroni prodotti tramite fotosintesi dall'alga. Le piante, attraverso i cloroplasti, degli organelli specifici contenuti nelle cellule, convertono l'energia solare in energia chimica che poi immagazzina negli zuccheri. Il processo si chiama fotosintesi clorofilliana. La luce penetra nei cloroplasti e fa saltare gli elettroni a un livello energetico più elevato. Gli scienziati di Stanford sono riusciti a intercettare questi elettroni dopo che erano stati eccitati dalla luce, quindi nel momento in cui possedevano la loro massima energia, dirottandoli fuori dalla cellula tramite l'elettrodo, per generare una minuscola corrente elettrica. Al momento non si può ancora dire se potranno esserci delle applicazioni pratiche. Ma comunque è una linea di ricerca che potrebbe avere grandi sviluppi, visto che dimostra che è potenzialmente possibile estrarre energia elettrica dalle piante.

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