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La tratta illegale dei cuccioli

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diventerà reato

Silvia Tironi
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Il traffico illegale degli animali da compagnia diventa reato. Il ministro degli Esteri Franco Frattini e il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini si fanno paladini della lorra alla tratta dei cuccioli e promettono una dura battaglia contro chi si macchia di questo reato. E così eccoli pronti a presentare al loro collega della Giustizia Alfano la bozza del testo che introduce il reato contro il traffico degli animali da compagnia. Reato che si aggiungerebbe alle sanzioni amministrative e al reato di maltrattamento di animali già previsti. I punti fondamentali della bozza riguardano la confisca degli animali (ossia la perdita definitiva della loro proprietà con affidamento ad associazioni animaliste) e la reclusione fino a tre anni con l'aggravante se il traffico avviene senza vaccinazioni o da zone infette o con vincoli sanitari (rabbia). Sul fronte salute Martini ha annunciato il via "a una task-force di esperti del ministero del Welfare che lavorerà intensamente in sinergia e in raccordo con la Farnesina. Questo traffico è divenuto una piaga che mette a repentaglio la salute pubblica esponendola ai rischi collegati sulla mancata profilassi degli animali e alle condizioni igienico sanitarie in cui sono mantenuti". Ma il lavoro è anche oltre frontiera; ed è per questo che Frattini lancia anche un appello ai Paesi di origine "affinché intensifichino i controlli da parte delle autorità veterinarie e doganali". La proposta è contenuta nel Ddl di ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione degli animali da compagnia (firmata ma mai recepita dal nostro Paese). In particolare si vuole colpire chi in maniera organizzata e clandestina e priva di documentazione effettua l'introduzione e il commercio di cuccioli dall'Est nel nostro Paese.  L'Italia dice dunque stop alla tratta dei cuccioli dall'Est, un business da 300 milioni di euro l'anno e invita i Paesi di origine a una più stretta collaborazione.

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