Lo Stelvio abbatte 1700 cervi
Gli animalisti: fermiamoli
Per la "Conservazione e gestione del cervo" dello Stelvio che si fa? Si proteggono gli esemplari? No, li si abbatte. In maniera programmata, mille e settecento nei prossimi dieci anni. Alla faccia del provvedimento "urgente". Perché danneggiano la flora, i pascoli e danno fastidio alla gente. Lo ha deciso il Consiglio del parco nazionale: 1765 cervi sul territorio lombardo potranno finire nelle padelle dei cacciatori. Più altri 1500 sul versante trentino. Le comunità di Bambi vivono in una zona naturale a protezione speciale, vicino a siti definiti di "importanza comunitaria". Il progetto di abbattimento, per volere del Consiglio del Parco, non sarà sottoposto alla valutazione ambientale strategica, una procedura di garanzia, prevista dalla legge, che valuti gli effetti dell'attività venatoria sui siti interessati dall'operazione di "Conservazione" del cervo nel Parco nazionale. Gli ambientalisti sono già allertati e stanno inviando mail e firmando petizioni. Dicono: "Il Consiglio ha approvato il progetto di abbattimento asserendo che i cervi sono "troppi". Il censimento su cui si basa la delibera del Consiglio è tecnicamente discutibile e le conclusioni si rifanno ad assunti altrettanto discutibili (si è ipotizzato che nell' unita' di gestione lombarda viva una popolazione separata di cervo, mentre il cervo si muove in continuazione, dentro e fuori dal parco e muta le proprie concentrazioni a seconda della stagione. Il Consiglio ha addotto ad ulteriore motivazione per le uccisioni i danni POTENZIALI che i cervi possono creare alla vegetazione, ai pascoli, alla circolazione, ma all'attualità i danni non sono dimostrabili in modo oggettivo. Il Consiglio del Parco ha scartato metodi di riduzione alternativi all'uccisione dei cervi, quali la cattura E dispersione in altri territori ed ha affidato le uccisioni ai cacciatori residenti nel parco invece che ad esperti professionisti: guardie forestali, veterinari, guardiaparco. Nonostante il Consiglio abbia approvato gli abbattimenti come un intervento "urgente" contro l'asserito esubero numerico, in realtà esso consente la caccia ai cervi nel parco nazionale dello Stelvio sino al 2018. Le sparatorie continue comporterebbero il ritiro degli animali nei posti più impervi ed irraggiungibili rendendo impossibile ai turisti l'osservazione degli animali in libertà, e quindi inutile un soggiorno nel parco nazionale. E' necessario chiedere con fermezza la revoca di questo gravissimo provvedimento, che non ha precedenti nella storia dei parchi nazionali del nostro paese, e che offende un patrimonio che appartiene a tutti noi". Per scrivere alle autorità e supportare la battaglia anti abbattimento, bisogna inoltrare una mail con questo testo agli indirizzi qui sotto: "Chiedo la revoca immediata del provvedimento del Consiglio del parco nazionale dello Stelvio che prevede l'uccisione di 1.765 cervi all'interno del parco da parte dei cacciatori locali. Il parco nazionale è un patrimonio dell' Italia intera , creato per conservare la natura, per consentire agli animali di vivere tutelati e per dare ai turisti la possibilità di conoscere ambienti ed animali tipici del luogo. La gestione corretta di un parco deve garantire le finalità di conservazione della natura e di educazione di tutti i cittadini. Prendere provvedimenti che tradiscano queste finalità, come l'abbattere animali dentro il parco, permettere a cacciatori di sparare dentro il parco e creare disturbi agli animali per anni sono prova di cattiva gestione e di cattiva amministrazione del territorio protetto." Gli indirizzi a cui inviare il messaggio sono questi: [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected]