Parola all'immunologo

Positivi e asintomatici? "Non vanno lasciati liberi". Dal Cts una sentenza tombale: la curva scende, ma... Fine Covid mai?

Sergio Abrignani, immunologo dell'università statale di Milano, non abbandona la cautela sul Covid: "Siamo in un momento in cui i dati delle nuove infezioni sembrano stabilizzarsi perché probabilmente si è creato un equilibrio tra la circolazione del virus e le persone infettabili che, sommando i vaccinati ai guariti, si stanno man mano riducendo. È quella che gli epidemiologi indicano col termine di appiattimento della curva, preludio alla discesa. Oggi in Italia i vincoli per i vaccinati, muniti di green pass rafforzato, sono molto limitati: obbligo di mascherina, impossibilità di andare in discoteca, ingressi limitati agli eventi sportivi. Solo meno di un anno fa avevamo ristoranti e bar chiusi dalle 6 del pomeriggio, niente palestra e attività ludiche o sociali, coprifuoco notturno", fa sapere in una intervista al Corriere della Sera.

 

Sulla quarantena spiega che, "gli individui venuti a contatto con positivi, se asintomatici e vaccinati con ciclo completo, non sono soggetti a quarantena purché indossino mascherina Ffp2 per 10 giorni. I positivi con sintomi sono giustamente in isolamento a casa o in ospedale. La Gran Bretagna marcia verso una liberalizzazione totale. E noi ce la sentiamo di mandare in giro una persona positiva che, seppure infettata da una variante più benigna, è in grado di contagiare? Non ne sarei certo. Il Sars-CoV-2 come tutti i virus respiratori, ha un'incidenza alta tra metà ottobre e metà aprile, mentre nelle stagione calda si attenua. La pandemia non ha seguito questo schema, in un anno si sono avvicendate quattro varianti. Gli esperti di traiettorie ci dicono che quasi sicuramente Sars-CoV-2 diventerà endemico e quindi ci dobbiamo aspettare la stagionalità. Se rimarrà dominante la variante Omicron, i vaccinati rischieranno di prendere una influenza: non una bazzecola ma niente a che vedere con le conseguenze che rischiano i non vaccinati", spiega.

 

A chi come Bill Gates prevede una nuova pandemia, ancora peggiore, Abrignani risponde che, "più che un'ipotesi basata su dati, mi pare una profezia di sventura. Credo che il magnate voglia stimolare i governi a non interrompere gli investimenti sulla preparazione alle future pandemie. Il suo messaggio suona come un tentativo di moral suasion e io lo leggo in senso positivo", conclude.