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Long Covid, "sintomi tre mesi dopo la guarigione": i danni a lungo termine, le statistiche da incubo

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Il direttore della Pneumatologia dellʼospedale SantʼOrsola di Bologna, Stefano Nava, ha illustrato lo studio sul long covid. "Analizzando i pazienti della prima ondata, quindi non vaccinati si è registrata una persistenza di sintomi significati, che a tre mesi dalle dimissioni si presenta nel 60% dei casi. Dopo sei mesi - aggiunge Stefano Nava - si scende al 40% e dopo un anno meno del 10% ha ancora sintomi". "Quali sono questi sintomi? Mancanza significativa di fiato, tosse stizzosa e persistente e senso di affaticamento".

 

 

"Il nostro studio si riferisce a un gruppo di pazienti con età media 70 anni, ricoverati per polmonite grave. Non non vaccinati perchè la campagna non era ancora partita. Erano stati ospedalizzati con insufficienza respiratoria. La novità dello studio è che abbiamo preso in esame lo stato dai tre mesi e un anno. Cosa è emerso? Che a 3 mesi dalle dimissioni il 60% ha ancora sintomi da covid; a 6 mesi dalle dimissioni la percentuale scende al 40% e a un anno siamo sotto il 10%". La buona notizia (il denominatore comune) è che non si sono sintomi perduranti", ha spiegato Nava.

 

 

 

Il virus colpisce soprattutto l'alveolo, parte importante del polmone perchè lì arriva l'ossigeno che respiriamo, ed è strettamente collegato con i capillari e il torrente sanguigno. In pratica consentono gli scambi gassosi tra le vie respiratorie e il sangue. Ecco perchè chi ha queste cicatrici sui polmoni ha problemi a recuperare la forma fisica e l'ossigeno durante lo sforzo fisico scende...un po' come un'auto che consuma più benzina in salita che in discesa", conclude il primario pneumologo del Sant'Orsola di Bologna.

 

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