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Mia madre, il nuovo film di Nanni Moretti indaga su famiglia, malattia e dolore

silvia belfanti
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Nanni Moretti progetta un nuovo film e abbandona la politica per dedicarsi a temi più intimi: fragilità, sentimenti, confessioni rinviate, rimpianti e soprattutto ricordi, quelli legati a sua madre. Per il suo dodicesimo lungometraggio, il regista romano ha scelto di concentrarsi sulla figura materna, girando un film intitolato, appunto, Mia madre. È difficile dire quanto ci sia di autobiografico in questa storia, considerando che le nuove produzioni di Moretti sono sempre avvolte da un alone di mistero; non sono uscite indiscrezioni, né fotografie del set, né alcun tipo di gossip. Si sa solamente che le riprese sono a Roma e che dureranno fino al 18 aprile. Il film - A tratti si sa anche la trama. Dopo film come Il Caimano e il più recente Habemus papam, Nanni Moretti decide di cambiare prospettiva e di raccontare la società partendo dalla vita quotidiana di una famiglia. In Mia madre il punto di vista è quello di una donna quarantenne, Margherita, interpretata da Margherita Buy, che nel film è una regista di film politicamente impegnati (perché se non li fa lui, Moretti li deve almeno citare nelle sue opere). La protagonista si sta separando da Vittorio, il suo compagno attore, e con lui ha una figlia adolescente, Livia. Colpisce anche la sensibile figura del fratello - interpretato proprio da Moretti -, che decide di licenziarsi per dedicarsi completamente alla madre, malata gravemente e ricoverata in ospedale. Il film sarà quindi un'indagine sul ruolo drammatico che una malattia ha nelle dinamiche di famiglia e sulla crisi che questi cambiamenti comportano.

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