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Giuliano Ferrara: "Riforma del lavoro? Fanculo a tutti, deve passare"

Andrea Tempestini
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Nuovo atto della "passione" di Giuliano Ferrara per Matteo Renzi. Sul fondo de Il Foglio di lunedì 22 settembre, l'Elefantino si concentra sulla riforma del Lavoro e, in particolare, sull'articolo 18. "Lo scontro con i sindacati e con le sinistre classiste e d'apparato è la regola dei governi", esordisce il direttore, per poi passare in rassegna, dalla Dc e fino a D'Alema, tutti i governi che si sono scornati con "sindacati e sinistre classiste". Fregnacce d'antan - "E' la volta di Renzi - prosegue -. Non pensavano a questa sorpresa. Uno scout di trent'anni. Uno con una sua squadra postideologica. Il nemico delle fregnacce d'antan". E, dunque, il premier diventa il "nemico", anche per "i magistrati" che "lo puntano, come al solito via famigliari e amici, e tutto il resto del mondo di ieri, quello torvo, gli fa contro il comizio demagogico". Poi, appunto, si parla dell'articolo 18 e della possibilità di riformarlo e depotenziarlo. "Ce la farà? Non ce la farà?", si chiede Ferrara. "Monti - aggiunge - fece retromarcia". Quindi una bordata contro Elsa Fornero, che è tornata a farsi sentire in questi giorni: "La brava Fornero - scrive l'Elefantino - non dovrebbe ora uscire dal magnifico riserbo in cui è entrata dopo che le imposero la rima baciata con Cimitero". Comunque, aggiunge l'Elefantino, "non importa se Renzi ce la possa fare o no, importa che combatta a viso aperto, e che molto dantesco sangue si sparga per l'Arabia". Giù le mani dai nazareni! - In un veemente climax, Ferrara arriva all'epilogo roboante del suo articolo di fondo. "Giù le mani dai nazareni! Insisto. La Confindustria si dia una mossa, oppure facciamo manifestazioni di populazzo liberalmercatista sotto le sue sedi, mobilitiamo i giovani precari non contro lo stato, o il governo, che non c'entrano, ma contro il sistema grandi-imprese-grandi-banche che li opprime con la complicità dei sindacati e dei direttori di giornale e giornalisti che lavorano per loro. Fanculo, stavolta si deve passare - ringhia Ferrara -. Basta. Non voglio morire di sindacalese e di noia mortale, e il paese merita di vivere creando convenienza per l'assunzione, per il lavoro vero, per quel che si può ottenere da un paese così scassato come questo, e non da Renzi".

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