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Rosy Bindi: "La scissione del Pd? Sono troppo vecchia per interessarmi a nuove avventure politiche"

Andrea Tempestini
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Dopo le dimissioni del capogruppo Pd Roberto Speranza per la forzatura sull'Italicum del premier Matteo Renzi torna a farsi sentire la reginetta dei dissidenti democratici, Rosy Bindi. "Senza cambiamenti, il legame tra legge elettorale e riforma costituzionale mi porta a non partecipare al voto", esordisce in un'intervista al Corriere della Sera. Si va dunque verso un nuovo partito? "Non lo so. Ma l'assemblea - prosegue - è stato uno spartiacque importante. Le dimissioni del capogruppo non possono essere derubricate ad ordinaria amministrazione", avverte. La Bindi, dunque, agita lo spettro della scissione, di cui ad onor del vero se ne parla sostanzialmente dall'ascesa prima alla segreteria e poi a Palazzo Chigi dell'inviso Renzi. Rosy continua, sempre parlando di Italicum: "Non credo che voglia passare alla storia come colui che ha messo la terza fiducia sulla legge elettorale. Dopo la legge Acerbo e la legge truffa, la legge Renzi Boschi", commenta sarcastica. E se la "Renzi-Boschi" passasse, la Bindi se ne andrà dal Pd? Curiosa la risposta: "Io sono troppo vecchia per essere interessata a nuove avventure politiche, ma qualcuno lo farà un partito a sinistra del partito della nazione. Con il 3% è stato dato uno strumento elettorale a una possibile operazione politica, che prenderà molto di più".

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