Marco Travaglio oltre ogni limite: lingua a zerbino per Luigi di Maio. L'ultima vergogna elettorale
Nell'editoriale della vigilia del voto Marco Travaglio fa un super spot al Movimento 5 stelle. Partendo dalle critiche dei partiti a Luigi Di Maio - "Non hai mai lavorato, non hai esperienze istituzionali, sbagli i congiuntivi, sei il capo di una setta chiusa, non fai alleanze e ti circondi di incompetenti" - il direttore del Fatto quotidiano ribatte: "un po' aveva lavorato e, in cinque anni di vicepresidenza della Camera, un po' di esperienza nelle istituzioni l'aveva maturata, senz'altro superiore a quella di B. (Silvio Berlusconi, ndr) nel '94, di Monti nel 2011 e di Renzi nel 2014". Leggi anche: Travaglio ossessionato da Berlusconi: la "mucchetta" della Battilana e Asia Argento con cui apre il Fatto Già, fino a questo punto si è spinto Travaglio. Dimenticando il passato di tutti e tre i leader citati. E continua a elogiare il candidato premier grillino: "Poi, pur continuando a sbagliare qualche congiuntivo, riempì le liste 5Stelle di un buon numero di professori e professionisti (oltre a una dozzina di impresentabili e furbastri, subito espulsi). Candidò nei collegi vari esponenti della società civile non iscritti al Movimento. Si disse pronto ad alleanze con i partiti su un programma condiviso dopo il voto. E mantenne la promessa di indicare prima del voto ai cittadini (e, per cortesia, anche al Quirinale) i 17 ministri che intende proporre al presidente della Repubblica in caso di incarico per formare il nuovo governo". Niente di eccezionale? "Per carità". Però, sottolinea il direttore del Fatto: "nemmeno impresentabili, inquisiti, cialtroni, analfabeti, fascisti, leghisti, xenofobi, complottisti, rettiliani, putiniani, No Vax, No Euro, No Luna. Anzi, tutta gente piuttosto esperta, almeno per curriculum".