Definitivo

Lory Del Santo, Roberto Alessi: "Chi la attacca adesso deve andare affan***"

Davide Locano

Quando suo figlio Conor, nato dalla sua relazione con Eric Clapton morì a quattro anni, cadendo dal cinquantatreesimo piano di un grattacielo di New York perché un domestico aveva lasciato aperta una porta finestra, lei anni dopo disse: «Quel giorno siamo morti in due, Conor ed io». Poi sono arrivati altri figli, Devin, Loren, altri amori. E a 27 anni di distanza per Lory Del Santo è arrivata un’altra mazzata: il suicidio di Loren, aveva 19 anni, quasi venti, un ragazzo alto, bello, meraviglioso, che ho visto praticamente nascere, crescere. Quando mi parlava di Loren lei mi diceva sempre: «È il mio angelo». Ed ora Lory Del Santo è morta per la seconda volta. La donna che morì due volte, sembra il titolo di un film, ma è la vita, è la sua vita. Eppure è già sopravvissuta una volta, ce la farà anche per la seconda. Lei spera di sì. Oggi compie 60 anni, è nata a Povegliano Veronese, età ingrata per chi è partita come lei da sex symbol, ma lei dell’età se ne è sempre fregata. Doveva essere un giorno di festa, ma per ora le giornate di Lory sono solo fatte di attese, di che cosa non lo sa nemmeno lei. Mi scrive: «Devo risalire, ma ora sono troppo giù». È a casa, nella sua casa con un giardino dove scorrazzavano figli, cani, amici. Il silenzio adesso è assordante. È in camera, quasi catatonica, il suo compagno Marco Cucolo, che la ama, non la lascia un attimo. Lei non riceve nessuno, neanche me. Le scrivo, mi risponde sempre, apprezza la solidarietà di chi la conosce da 40 anni, che ha visto come ha cresciuto, e bene, perfino troppo bene (viaggi, tennis, palestre, case) i suoi due figli, nonostante un padre sparito e ricomparso per caso dopo sedici anni con Devin, mentre quello di Loren, un ragazzo di cui Lory non ha mai voluto rivelare l’identità (pare un fotomodello tedesco, con cui aveva avuto una storia breve e passionale) forse non sa nemmeno di aver avuto un figlio. Dopo Conor, come detto, Lory aveva riconquistato una vita di nuovo felice: i figli, l’amore, la serenità. Ma poi, in un giorno banale di metà agosto ti arriva una telefonata di un amico che ti sega le gambe: Loren si è tolto la vita. Era nato di sette mesi, «Mi avevano detto che ogni giorno con lui sarebbe stato un giorno regalato e così l’ho vissuto, ma poi è cresciuto bene, bello, forte, adorato da tutti». LA MALATTIA MALEDETTA Ma c’era l’anedonia, che segretamente covava in lui, perché questa era la sua sindrome, una malattia psichiatrica che ti porta a non provare nessun piacere anche per le cose più semplici come fare all’amore, mangiare, dormire. Ha avuto come un’implosione improvvisa, come in una forma di depressione assoluta, e l’ha fatta finita. Lory non dice come. Eppure Loren amava, amava profondamente la madre: «Per due mesi abbiano dormito insieme, nello stesso letto, lui, io e il cane, il suo Jordan che per lui era importantissimo». Amava il fratello Devin che ora scrive di lui: «Loren era un artista, un atleta, un filosofo profondo... Era un grande chef, un comico e un’anima generosa e egoista che pensava solo alla felicità e al benessere degli altri... Era un’ispirazione... Loren era un angelo che camminava tra noi sulla Terra. Era bello, puro e buono... Era una luce che brillava intensamente, illuminando i cuori e le menti di tutto ciò che conosceva e amava. Siamo stati benedetti di avere avuto l’opportunità di condividere il tempo troppo breve che abbiamo avuto con questo magnifico essere... Il nostro angelo doveva tornare a casa troppo presto». Lui e Devin erano talmente legati che aveva giurato l’un l’altro che sarebbero vissuti insieme per tutta la vita tanto è vero che quando Devin è andato a vivere a Los Angeles per il suo lavoro di fotografo (e anche per un litigio, poi rientrato, con la madre), Loren lo aveva seguito e Lory andava avanti e indietro per vederlo. Devin quando ha scoperto della morte di Loren (avvisato da un amico) era così disperato che aveva quasi deciso di seguirlo e solo la Del Santo è riuscita a convincerlo che nella morte non c’è una continuità, ma nella vita sì: «Perché i grandi sentimenti rimangono vivi dentro di noi». Oggi all’ennesimo dibattito televisivo incontro un prete che mi dice: «Questa donna dovrebbe farsi delle domande per come si è comportata come madre» e c’è stato pure il sociologo, o pseudo tale, che gli stava dando manforte, il mio “vaffanculo” è partito immediato, per fortuna non eravamo ancora andati in onda. Poi fortunatamente s’è parlato d’altro. Già perché Lory Del Santo, ripeto, è stata una grande madre: altre donne al suo posto, rimaste incinta dell’uomo sbagliato, avrebbero abortito. Invece lei no, ha voluto fortemente quei figli, anche da sola, sia per Devin, sia per Loren ha fatto di tutto. E li ha mantenuti da sola, senza mai prendere un centesimo, mantenuti con il lavoro suo. Certo è un lavoro che alcuni, giustamente anche, considerano un non lavoro, un lavoro fatto di foto, webserie (The Lady, ideata e diretta da lei e con una recitazione demenziale, è stata un successo), reality (L’Isola dei famosi, vinta, poi La fattoria, Pechino Express), ospitate tv. Un non lavoro, certo, che però le ha permesso di sbarcare il lunario e di crescere da sola quei figli. Leggi anche: "Perché Lory Del Santo non è andata ai funerali del figlio" E il lavoro, come dicono i vecchi, è la miglior medicina: ha ancora un figlio, un compagno, una madre, molto malata e che ha voluto accanto a sé. «Ora sono a casa, rinchiusa», ma già parla di guarigione. «Sarà una guarigione lenta, ma mai completa». Rinascerà. Ha deciso che accetterà di andare al Grande Fratello Vip. «Avevo firmato per partecipare», ha detto. «Dopo quanto accaduto, d’accordo con Mediaset, avevo deciso di rinunciare. Oggi ho chiesto di fare lo stesso questa esperienza. Credo che la Casa del Grande Fratello sia l’unico posto in cui possa sentirmi protetta. Potrebbe essere una terapia. Il fatto che ci sia un confessionale, per parlare in ogni momento con qualcuno, può farmi bene». NESSUN COMMENTO A qualcuno sembra impossibile, inopportuno, ma quella è la sua vita, è come essere un comico, lo spettacolo continua. Quel lavoro non lavoro è quello che sa fare e quello farà. C’è chi storce il naso, ovvio, è anche giusto, forse, ma i più sono con lei, almeno sui social: «Non bisognerebbe soffrire così, mai, non è giusto. Forza Lory. Torna a sorridere come solo tu sai fare», scrive Adriana. «Non so chi le dia la forza di entrare al Grande Fratello, ma tanto di cappello. Grande donna». Forse non sarà una grande donna, di certo è una donna che dopo un mese dal lutto più spietato che una madre possa provare ha deciso di non gettare la spugna e a chi giudica senza pietà regalo fin d’ora il mio vaffanculo: non può fargli che bene di Roberto Alessi