Nigi (Confsal): "Def piccola e ininfluente cosa, non segna discontinuità"
Roma, 21 apr. (Labitalia) - "A nostro avviso, il Def 2016 presentato dal governo al Paese 'è piccola e ininfluente cosa' rispetto a un provvedimento capace di scuotere l'economia reale e superare la stagnazione dell'occupazione. Infatti, si continua con una serie di provvedimenti che non potranno incidere più di tanto su una situazione che richiederebbe un autentico salto di qualità". Ad affermarlo Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, che oggi ha riunito il Consiglio generale del sindacato (video). Secondo Nigi, "al documento economico e finanziario 2016 manca la progettualità, l'universalità e l'organicità che farebbero segnare la indispensabile discontinuità con le ricorrenti previsioni lacunose del recente passato; fra l'altro si tratta anche di quella progettualità che viene esplicitamente indicata ai Paesi membri da parte della governance e della Commissione dell'Unione europea". "La Confsal - ricorda - già a fine febbraio aveva individuato nel Def 2016 il banco di prova per il governo e aveva auspicato una svolta nelle politiche economico-finanziarie e occupazionali". "Non avendo registrato segnali sufficientemente positivi da parte del governo, la nostra segreteria generale ha ritenuto di incentrare il confronto politico sindacale di questo Consiglio sul tema: 'La Confsal denuncia le gravi omissioni del governo sulle politiche economiche, occupazionali, fiscali, previdenziali e contrattuali'. La nostra convinzione, maturata sulla base di un'analisi seria e approfondita della situazione socio-economica e occupazionale italiana, è che la via del rilancio della denuncia pubblica sia inevitabile per portare finalmente l'attenzione e l'impegno del governo Renzi sulle questioni vere e reali dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie", sottolinea. "E' prevedibile, purtroppo, che un Def pensato in continuità con quelli degli anni precedenti - avverte Nigi - non possa determinare crescita vera e duratura, maggiori investimenti italiani ed esteri e occupazione stabile". "La crisi economica e occupazionale dovrebbe essere affrontata con serietà, equità, comunità di intenti e trasparenza da parte del governo e delle rappresentanze sociali", dice denunciando che "il governo Renzi non ha mai attivato un serio, franco e trasparente confronto con i sindacati e con le parti sociali".