Dall'auto alla casa vacanze, in Europa spopola la 'sharing economy'
Roma, 23 apr. - (Adnkronos) - Crowdfunding e credito peer-to-peer, car o bike sharing, open source, social eating. La parola d'ordine è "condividere", che sia l'auto, la casa per le vacanze o la cena. Sono i mille volti della cosiddetta 'sharing economy', l'economia collaborativa o di condivisione, nata come fenomeno di nicchia per svilupparsi rapidamente e diffondersi un po' ovunque e in tutti i settori, complici la crisi economica e una crescente sensibilità nei confronti dei temi ambientali e della sostenibilità. Secondo i dati dell'Observatoire de la Confiance, l'83% dei francesi preferisce avere accesso a un bene piuttosto che possederlo, il 23% pratica il baratto e il 50% aderisce a qualche forma di consumo collaborativo. Per Thepeoplewhoshare, movimento britannico della sharing economy, l'81% degli inglesi dichiara che condividere li rende più felici, mentre l'85% dei tedeschi tra i 18 e i 25 anni di età ritiene che fare a meno di un'auto di proprietà sia più semplice che non fare a meno di un telefono cellulare. E a proposito di auto, sono quasi 10 milioni i cittadini europei che hanno provato il car sharing tramite Blablacar o Carpoooling. E in Italia? Secondo una ricerca dell'Università Cattolica di Milano, le piattaforme collaborative attive in Italia al 2013 sono 250; l'Italian Crowdfunding Network ha stimato in 23 milioni di euro la raccolta fondi effettuata dalle 27 piattaforme di crowdfunding attive in Italia al 2013 (16 in fase di avvio), mentre secondo una ricerca Doxa Duepuntozero il 13% degli italiani ha già provato un servizio collaborativo e un altro 10% è interessato a farlo. Esempi di economia collaborativa nel nostro paese includono i "rami" italiani di piattaforme diffuse a livello internazionale come Airbnb e Blablacar, piattaforme di social eating (Gnammo), ma anche realtà Made in Italy ormai conosciute in tutto il mondo come Officine Arduino per la progettazione di hardware e software open source, e startup che valorizzano in chiave collaborativa e di riattivazione del tessuto produttivo locale grazie alle nuove tecnologie eccellenze italiane come il design (SlowD) e la moda (Openwear). A queste si aggiungono i sempre più numerosi spazi di coworking, in cui giovani professionisti condividono spazi per lavorare e progettare in sinergia; la rete Make in Italy, per diffondere e valorizzare la cultura dei makers e dei fablab; le oltre 40 piattaforme di crowdfunding grazie alle quali, in una fase di drastica contrazione delle vie tradizionali del credito, è stato possibile finanziare idee innovative di impresa così come progetti sociali, culturali e di recupero del patrimonio urbano. "L'economia collaborativa è un fenomeno globale che scavalca le frontiere e si reinventa continuamente in ogni parte del mondo", dichiara Antonin Léonard, co-fondatore di OuiShare, organizzazione non profit che si occupa di economia collaborativa, fondata a Parigi nel 2012. La sua idea è che "l'economia collaborativa si sta sviluppando sulla base dell'economia digitale e può essere vista come il suo stadio successivo". "Come per internet, il punto non è più se si debba andare avanti o meno, bensì quali mezzi possiamo usare per trarre il massimo beneficio da queste nuove dinamiche - spiega Marc-Arthur Gauthey di OuiShare - Se l'obiettivo è promuovere le innovazioni sociali create da imprenditori europei in un'economia globalizzata, questo può avvenire in buona misura dando maggiore duttilità e flessibilità alle norme e un sostegno all'internazionalizzazione delle startup di questo tipo". E per citare alcune di queste realtà di successo, basta pensare che solo nel 2013,sono stati finanziati grazie a Kickstarter 19.911 progetti lanciati da 3 milioni di persone di 214 diverse nazionalità, per una soma complessiva di 480 milioni di dollari (812 milioni dal 2009 ad oggi); in Francia gli annunci pubblicati su Airbnb sono più di 30.000, e 350 000 persone hanno già utilizzato il servizio, mentre Drivy, il principale servizio europeo di noleggio auto peer-to-peer, ne noleggia una ogni 3 minuti. Cinque le tendenze principali dell'economia collaborativa, identificate da OuiShare: economia della condivisione o consumo collaborativo (circolazione di beni e servizi tra individui attraverso condivisione, baratto, vendita, noleggio, prestito, dono, promuovendo l'accesso invece del possesso, riducendo anche la produzione di rifiuti); crowdfunding e credito peer-to-peer (credito tra privati per finanziare progetti creativi, sociali e di impresa); open knowledge (riuso e diffusione di conoscenze, alla base di software libero, creative commons, open science); open design o open manufacturing (processi democratici di progettazione, produzione e distribuzione di beni materiali); open governance (piattaforme di cittadinanza attiva, bilanci partecipati e così via).