Cerca
Cerca
+

Serve una 'globalizzazione della biodiversità'

  • a
  • a
  • a

Roma, 15 ott. - (AdnKronos) - "Veniamo da un ventennio di omologazione dell'agricoltura e dei suoi modelli, oggi invece dobbiamo proporre una 'globalizzazione della biodiversità' che abbia nell'agricoltura familiare uno straordinario alleato per la sua capacità di permettere a tutti i popoli di presentare le proprie culture e colture. La differenza è preziosa". Così Andrea Olivero, vice ministro delle Poltiche Agricole, intervenendo al seminario "I ruolo cruciale dell'agricoltura familiare: dal seme al cibo, nutrire il mondo preservando il pianeta", organizzato in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione del 16 ottobre. Nel corso della storia più di 7.000 colture/piante sono state utilizzate per l'approvvigionamento di cibo, ma attualmente solo 30 di esse costituiscono il 90% delle calorie nella dieta umana e solo tre forniscono più della metà dell'apporto energetico nel mondo. Si stima che i cambiamenti climatici, derivanti dalla gestione delle risorse e da pratiche agricole non sostenibili, potranno causare in media un declino della produttività per ogni decennio futuro pari al 2%, portando ad una diminuzione media dell'8% in Africa e Asia meridionale entro il 2050. L'agricoltura familiare, oltre ad essere una fonte di agro-diversità genetica, è in grado di garantire la sua conservazione attraverso l'utilizzo di varietà di sementi e razze animali autoctone che ben si adattano ai diversi ambienti. Inoltre, le famiglie contadine possono essere attori chiave nella valorizzazione e l'integrazione di percorsi produttivi, di trasformazione, distribuzione e consumo locali, promuovendo la diversificazione colturale e filiere più corte. "Oggi quasi il 99% delle imprese agricole in Italia è a conduzione familiare - aggiunge Olivero - un modello che contribuisce a garantire ricambio generazionale, caratterizzato da flessibilità e capacità di diversificazione, in grado di salvaguardare le colture locali attraverso i prodotti tipici e garantire la tenuta del territorio. In prospettiva di Expo guardiamo al modello dell'agricoltura familiare come a un modello strategico di sviluppo".

Dai blog