In Africa arriva la centrale fotovoltaica trasportabile made in Italy/FOTO
Roma, 27 ott. - (AdnKronos) - Convertire la tecnologia militare per scopi umanitari: è questa la proposta di una squadra di tecnici, ingegneri e architetti italiani che ha deciso di rivoluzionare l'utilizzo di strutture già conosciute in ambito bellico, trasformandole in 'energia salva-vita' per aree ad alto rischio sanitario come, in questo periodo, l'Africa Occidentale, duramente colpita dall'epidemia del virus Ebola. L'idea punta a portare 'a domicilio' dei villaggi più duramente colpiti e bisognosi di energia elettrica (per ospedali, pozzi d'acqua, idrovore) una piccola centrale fotovoltaica autosufficiente e, soprattutto, facilmente trasportabile. (FOTO) Il sistema nato inizialmente per alimentare i satelliti in orbita e fornire energia per apparecchiature radio e per scopi bellici, è stato donato da un gruppo di ingegneri italiani che si sono riuniti nel consorzio 'Epc Consortium' all'Università Nagui-Abrogoua di Abidjan in Costa D'Avorio che l'ha posizionata nella facoltà di Medicina. La Solar Station K10 (questo il nome della centrale elettrica solare portatile) deve essere solo posizionata e poi si può aprire come se fosse un 'robot transformer'. Una centrale a energia solare di 7,5 per poco più di due metri che può essere spostata e collocata in un'altra area. Si tratta, infatti, di moduli fotovoltaici facilmente collocabili in grado di produrre ognuno 40.000 Wh al giorno, che significa 10.000 litri d'acqua estratti dai pozzi dei villaggi raggiunti, illuminazione casalinga, per non parlare della possibilità di utilizzare frigoriferi per il mantenimento di cibo e così via. Secondo quanto riportato da Pepukaye Bardouille dell'International Finance Corporation (Ifc), 500 kWh è quanto consumato a livello pro capite in Africa (dato incredibilmente basso rispetto ai 1.800 kWh pro capite dell'America Latina) e sono oltre 590 milioni gli africani attualmente senza elettricità, con conseguenze tragiche a livello globale. Un vero e proprio 'apartheid energetico' come ha sottolineato la Banca Mondiale. Quella che le popolazioni locali hanno già ribattezzato “la scatola dell'energia”, è stata inaugurata da ministri della Salute dei principali Paesi dell'Africa Occidentale (Costa D'Avorio).