Una casa di paglia a Roma, storia di un sogno diventato realtà
Roma, 23 gen. - (AdnKronos) - Una casa che respira, calda, accogliente, silenziosa. Il massimo del comfort, con bollette ridotte al minimo e rispetto dell'ambiente assicurato perché i materiali di cui è fatta sono completamente naturali e quello principale è, insieme al legno, la paglia. A Roma, nel quartiere Quadraro, c'è la prima e unica casa di paglia della Capitale: nel 2012 avevamo visitato il suo cantiere quando la casa era ancora, più che un progetto, quasi un'utopia; ora che la casa è finita siamo tornati a chiedere, a chi ci abita, com'è vivere in una casa di paglia. (VIDEO) “Io mi trovo benissimo: piacere, tepore e comfort abitativo sono garantiti”, dichiara all'Adnkronos Giuseppe Oman, che nella casa oggi ci vive dopo aver partecipato attivamente alla sua costruzione. E apre le porte della sua abitazione avvolta in un piacevole tepore, nonostante il tempo inclemente della piovosa giornata di gennaio, mostrando con orgoglio il display del termostato che indica che i riscaldamenti sono spenti “da ieri sera”, aggiunge. Uno dei vantaggi della casa di paglia è infatti “la coibentazione che consente un'elevata tenuta termica: basta riscaldare l'appartamento un paio di ore al giorno ed è sufficiente per tutta la giornata”, spiega l'inquilino sottolineando che la coibentazione protegge anche dal rumore: la casa si affaccia proprio sulla strada, il traffico scorre a circa un metro dalle finestre, ma noi non lo sentiamo. La paglia poi “è un materiale traspirabile quindi la casa 'respira' e l'umidità è sempre controllata”. Insomma, nella realtà il sogno di vivere in una casa di paglia si è rivelato un'ottima soluzione, “sotto tutti gli aspetti, anche dal punto di vista ecologico, perché tutti i materiali sono naturali e totalmente biodegradabili e non rilasceranno residui”. Le balle di paglia si comportano esattamente come i mattoni: vengono impilate una sopra e accanto all'altra, alternate ai portanti della struttura in legno. Fatto questo si procede con l'intonaco, che in questo caso verrà fatto utilizzando il cocciopesto: un intonaco antico, impermeabile e traspirante, utilizzato ampiamente dai Romani per il rivestimento delle cisterne, ma la cui tradizione era andata perduta, almeno fino a quando non è stata recuperata per realizzare questa casa. Casa che prevede anche un sistema di raccolta delle acque piovane, impianto fotovoltaico e solare termico. Il risultato: altissime prestazioni dal punto di vista dell'isolamento termico e della traspirazione, con conseguente risparmio energetico e un buon livello idrotermico. E' comunque la paglia la grande protagonista, “sostanzialmente un materiale di scarto, e quindi economico, che viene acquistato dal contadino direttamente sul campo e consente di realizzare una parete monostrato – spiega l'architetto Paolo Robazza - con un unico elemento si realizza tamponatura, cioè chiusura delle pareti verticali esterne, e isolamento”. A differenza di quello che si può immaginare, sulla scorta della favola dei tre Porcellini, questa casa “non è a rischio incendio – rassicura l'architetto - perché la paglia una volta intonacata è al sicuro e poi è priva di ossigeno. Ed è durevole: ci sono esempi di case di paglia in Nebraska che hanno più di 130 anni di vita e sono in perfetto stato”.