Cerca
Cerca
+

Gli effetti dei cambiamenti climatici svelati dai pinguini

  • a
  • a
  • a

Roma, 3 feb. - (AdnKronos) - Il cambiamento climatico in Antartide sta sfidando la capacità di adattamento degli organismi. Gli uccelli marini, come il pinguino di Adelia dipendente dalla presenza di ghiaccio marino, sono considerati importanti bioindicatori dei cambiamenti in atto nell'Oceano Antartico. Lo spiega Silvia Olmastroni, ricercatrice dell'Università di Siena, responsabile del progetto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide “Conservazione di un predatore intermedio sensibile ai cambiamenti dell'ecosistema antartico”. Appena rientrata da una missione di studio di due mesi, la ricercatrice (che ha al suo attivo sette spedizioni antartiche) spiega: "Attraverso l'elaborazione e il confronto dei dati raccolti nelle varie spedizioni riusciamo ad avere un quadro completo sullo stato di salute dei pinguini, e quindi dell'ambiente che li ospita". Le attività di ricerca si sono concentrate nell'area deglaciata di Edmonson Point, dove è localizzata una colonia di circa 3.000 coppie di pinguino di Adelia. Per la prima volta quest'anno è stato avviato lo studio delle aree di svernamento degli adulti per quest'area del Mare di Ross, applicando dei piccoli data logger, tipo Gls, alla zampa dei pinguini, che saranno recuperati tra un anno. "Le informazioni raccolte - continua la ricercatrice - insieme a studi simili effettuati in altre colonie del Mare di Ross, risulteranno particolarmente importanti poiché la biologia post-riproduttiva per questa specie è ancora parzialmente sconosciuta”. Una parte della ricerca riguarderà anche lo studio di biomarcatori fisiologici, per la valutazione dello stress e della qualità dell'habitat. Le analisi dei campioni ematici, prelevati da alcuni individui, saranno svolte dalla dottoressa Ilaria Corsi presso i laboratori del dipartimento di Scienze Fisiche Terra e Ambiente dell'Università di Siena. Si tratta di ricerche frutto anche di collaborazioni internazionali con i programmi antartici australiano e americano. Al programma di ricerca ha partecipato anche la dottoressa Nicoletta Ademollo, dell' Irsa-Cnr Roma.

Dai blog