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Deposito rifiuti radioattivi? Le Regioni: “No, grazie. Abbiamo già dato”

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Roma, 14 apr. - (AdnKronos) - Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi? No, grazie. La risposta arriva un po' da tutte le Regioni che, sentite dall'Adnkronos, non ne vogliono sapere della possibilità di ospitare la struttura di stoccaggio delle scorie. E così, da nord a sud, la risposta è sempre la stessa: “abbiamo già dato” oppure “abbiamo già altre questioni ambientali aperte”. Solo la Regione Lazio non chiude del tutto il portone delle possibilità lasciando così ancora qualche speranza al governo per un'autocandidatura per stoccare le scorie nucleari. A partire dalla Sardegna, già scesa in piazza per protestare, il fronte del no si rinvigorisce sempre di più. Si parte dal sud. “Valuteremo le carte se ci viene richiesto ma probabilmente mi opporrò” afferma Maurizio Croce, assessore all'ambiente della Regione Sicilia secondo cui “il territorio non ha aree idonee” ad ospitare il deposito. Inoltre, “stiamo puntando sul turismo e stiamo bonificando le aree industriali dismesse. Il deposito delle scorie radioattive dunque non è in linea con la mission della regione”. Secco no anche dalla Calabria e la parola è quella del presidente della Regione, Gerardo Maria Oliverio: “Siamo assolutamente contrari”. E così si va avanti anche per Basilicata, Puglia, Campania e Molise. Autocandidatura? “Assolutamente no” risponde Aldo Berlinguer, assessore ambiente Regione Basilicata che sottolinea: “Il territorio in buona parte non è idoneo ed inoltre è già ampiamente interessato da questioni ambientali importanti. Da parte nostra c'è proprio una volontà politica di ferma contrarietà”. “Ci opporremo con corpo, anima e mente” commenta Lorenzo Nicastro, assessore all'ambiente della Regione Puglia. La disponibilità della regione “non c'è mai stata” anche perché “la sensibilità ambientale dei pugliesi non ci consente l'installazione di questo tipo di impianti. Non prendiamo neppure in considerazione l'eventualità”. Segue la Campania che in termini di nucleare “ha già dato” commenta l'assessore regionale all'ambiente, Giovanni Romano. In particolare, secondo Romano si tratta del territorio “meno adatto ad ospitare il deposito nazionale per due ordini di motivi. Uno perché ospita già una centrale in dismissione, ossia quella del Garigliano” e poi perché presenta alcune criticità ambientali che “vanno dall'emergenza rifiuti, alla terra dei fuochi ad altri interventi di bonifica che hanno già compromesso il territorio campano, rendendolo il posto meno adatto per l'installazione di un altro elemento critico”. La Campania dunque non presenterà alcuna autocandidatura anche perché “non abbiamo un sito idoneo. Gran parte del nostro territorio è già oggetto di riqualificazione ambientale e questo contrasta con l'installazione del deposito”. Si arriva così al centro Italia dove Abruzzo e Toscana non ne vogliono sapere. Nel territorio abruzzese “ci manca solo il deposito delle scorie radioattive” ironizza Mario Mazzocca, assessore all'ambiente della regione Abruzzo sottolineando il proprio no ad ospitare questo tipo di impianto. L'Abruzzo però, insieme alle regioni Marche, Umbria ed Emilia Romagna dovrebbe essere tra le regioni escluse dalla mappa delle aree idonee per ragioni sismiche. Ma non è il caso di cantare vittoria: “Non mi fido di questo governo quindi non è detto” commenta Mazzocca. Alla possibilità di un deposito non chiude le porte la Regione Lazio che dall'assessorato all'ambiente fa sapere: “non siamo ancora in grado di dare un'indicazione. Stiamo compiendo delle valutazioni nel merito”. Fatta una valutazione completa, dunque, poi si deciderà. Intanto, però, anche il nord si tira indietro. Il Veneto, sottolinea l'assessore regionale all'ambiente, Maurizio Conte, “si è addirittura opposto al passaggio di scorie radioattive sul territorio. Penso sia inopportuno chiedere ad un territorio molto delicato da un punto di vista ambientale di ospitare un impianto di questo tipo”. Nessun dubbio neanche per l'Emilia Romagna: "nessun deposito nazionale delle scorie nucleari, né a Caorso né altrove: le caratteristiche del territorio regionale, esposto a rischio sismico e di allagamento, lo rendono inadatto ad accogliere il sito di stoccaggio anche secondo i criteri definiti dalle linee guida predisposte da Ispra” commenta l'assessore regionale all'ambiente Paola Gazzolo. Il Piemonte si augura che si arrivi presto alla definizione del sito ma, anche qui, non c'è nessuna volontà a prendere in considerazione il progetto: “il territorio piemontese non ha né le caratteristiche tecniche né ambientali” afferma Alberto Valmaggia, assessore regionale all'ambiente sottolineando che “sul fronte nucleare abbiamo già dato”. Infine, la Lombardia. Un territorio che, spiega l'assessore regionale all'ambiente Claudia Maria Terzi “per conformazione geografica, essendo un territorio sismico, non è adatto ad ospitare simili siti di stoccaggio. Abbiamo già tante altre questioni ambientali aperte e questo non ci serve”.

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