Il liquidambar, l'ontano e il bagolaro tra gli alberi resistenti agli stress urbani
Berlino, 28 ago. - (Adnkronos/Dpa) - Se gli alberi in città soffrono l'inquinamento e i cambiamenti climatici, meglio cambiare alberi. Un gruppo di ricercatori dell'Università Humboldt di Berlino, guidato da Matthias Zander, è al lavoro per scoprire quali sono le piante più resistenti agli stress urbani e, soprattutto, alle conseguenze del riscaldamento globale e lo fanno da quando, con l'ultimo censimento degli alberi berlinesi del 2010, hanno scoperto il declino delle piante nella città tedesca a causa di siccità, parassiti, gas di scarico e del sale sparso sulle strade durante l'inverno. Quattro alberi su dieci risultavano danneggiati in maniera evidente e molti di quelli apparentemente in buona salute, sono invece poi crollati. Il risultato? Gli alberi più resistenti sono il melo da siepe o moro degli osagi (Maclura pomifera), il cercis canadensis e il tiglio ungherese. Bene anche il liquidambar (della famiglia delle Altingiacee) e il bagolaro (Celtis australis) conosciuto anche come 'spaccasassi'. Anche l'ontano ha dimostrato di resistere bene all'inverno, cosa che non accade con gli aceri che soffrono il gelo. Sconsigliati gli ippocastani, minacciati dalla falena minatrice delle foglie; le querce che soffrono la siccità (e devono fare i conti con la processionaria). I ricercatori hanno esaminato, in tre anni, 80 piante provenienti da tutto il mondo, testandone la capacità a resistere agli stress urbani. I ricercatori hanno piantato 15 alberi di ogni specie nella periferia della città, scegliendoli tra quelli tipici delle regioni dal clima più secco di Giappone, Cina, America ed Europa meridionale. Alcuni di questi alberi sono stati innaffiati abbondantemente, altri quasi mai per simulare situazioni meteorologiche estreme che, prevedono i climatologi, potrebbero verificarsi con sempre maggiore frequenza. Il progetto fa parte di un programma nazionale per prepararsi al previsto cambiamento climatico derivante dal riscaldamento globale.