Rendicontazione non Finanziaria, società italiane più attente e clima tra le priorità
Roma, 21 ott. - (Adnkronos) - Cresce la maturità delle società italiane sui temi non finanziari, aumentano quelle che si danno obiettivi di sostenibilità di medio e lungo periodo; i cambiamenti climatici figurano tra la priorità e c'è una maggior attenzione verso fattori Esg ma c'è ancora strada da fare sui temi 'diversity', sia in Italia che in Europa. Sono alcuni dei risultati della seconda edizione dell'Osservatorio sulla Rendicontazione non Finanziaria, realizzato da Deloitte in collaborazione con Sda Bocconi. Oltre a coinvolgere 197 società italiane soggette all'applicazione del D.Lgs. 254/2016 nel secondo anno di rendicontazione obbligatoria, per la prima volta lo studio ha incluso la comparazione fra un campione di società italiane appartenenti all'indice Ftse-Mib con un campione di società francesi e spagnole a maggiore capitalizzazione, appartenenti rispettivamente agli indici borsistici Euronext CAC 40 e Ibex 35. Nel complesso, dall'analisi condotta sulle 197 società italiane si è rilevato un approccio più maturo alla gestione e alla rendicontazione delle informazioni non finanziarie, seppur non omogeneo in tutti gli ambiti di analisi. E aumentano quelle che coinvolgono attivamente i propri stakeholder per recepirne aspettative e necessità (45% nel 2018 vs 22% nel 2017). Significativo invece, ma ancora circoscritto, il numero di società che definisce obiettivi di medio e lungo termine in relazione ai temi non finanziari (26% nel 2018 vs 19% nel 2017). Tra queste, è però significativa la percentuale di quelle che integrano tali obiettivi nel proprio piano industriale (65% nel 2018 vs 53% nel 2017). Ancora poco diffuso invece l'inserimento di obiettivi di sostenibilità all'interno di modelli incentivanti (Mbo), che nel 2018 viene effettuato solo dal 13% delle società analizzate. Nel complesso, il coinvolgimento dei consigli di amministrazione sulle tematiche non finanziarie a livello italiano ha ancora ampi margini di miglioramento, mentre risulta in lieve aumento la presenza di comitati sia interni che esterni ai CdA che supervisionano le tematiche di sostenibilità. Il tema del cambiamento climatico è riconosciuto dalle società interrogate come rilevante ma mancano ancora azioni concrete e strutturate. Alla fine del 2018 erano infatti solo 7 le società che supportavano la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (Tcfd) e ancora meno quelle che avevano definito 'Science-Based Targets' in tale ambito (2% delle società). Dal raffronto tra le società a maggiore capitalizzazione italiane, spagnole e francesi, emerge una maggior attitudine da parte del campione italiano (66%) a prediligere un documento di rendicontazione distinto e mediamente più ampio. Relativamente alla realizzazione di attività di stakeholder engagement finalizzate alla mappatura delle loro aspettative ed esigenze, i trend nei tre paesi sono piuttosto allineati (realizzazione di attività da parte di circa il 60% delle società). La definizione di Piani di Sostenibilità riguarda invece il 77% delle società in Spagna, il 74% in Francia e il 66% in Italia, ma in Italia gli obiettivi di sostenibilità sono molto più integrati nel piano industriale. Guardando alla diversità, lo scenario europeo analizzato è molto simile: se infatti in Francia e Spagna è maggiore la presenza di politiche sul tema, non ne deriva comunque una maggior presenza femminile nei CdA e in generale in posizioni di rilievo. Infine, il presidio delle tematiche legate al cambiamento climatico risulta più forte all'estero rispetto a quanto avviene in Italia: a conferma di tale impegno, sono molto più numerose le società estere che declinano il loro impegno a favore della mitigazione del cambiamento climatico attraverso la definizione di Science-based Targets (30% delle società spagnole e 59% delle francesi, a fronte del 10% delle italiane).