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Da scarto a biomassa per un'economia 'green', solidale e a 'km 0'

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Roma, 17 feb. - (Adnkronos) - Integrare impresa, sostenibilità ambientale, attenzione al territorio e inclusione sociale. Cioè: coniugare produzione energetica con rispetto del territorio, lotta al consumo di suolo e nuova occupazione con particolare attenzione alle persone svantaggiate. Sono gli obiettivi di Renovo Spa che dal 2007 opera nel campo della green economy come promotore e partner finanziario e industriale di progetti di sviluppo sostenibile in ambito locale, basati sulle risorse e la vocazione dei singoli territori, con il sostegno di Legambiente che le dedica uno spazio a bordo del Treno Verde 2014, la campagna sul rilevamento dell'inquinamento atmosferico e acustico che fino al 27 marzo promuoverà tra i cittadini le buone pratiche. Ma come agisce Renovo? Sviluppando piccoli impianti per la produzione di energia termoelettrica da biomasse agro-forestali e agro-industriali di scarto, senza impattare sull'ecosistema e sulle produzioni agroalimentari; trasformando in opportunità di reddito e di occupazione i problemi legati allo smaltimento eco-compatibile delle biomasse agricole, forestali di scarto e altre biomasse legnose in genere con particolare attenzione all'inclusione lavorativa di lavoratori svantaggiati; recuperando aree industriali dismesse e contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. "Si tratta di un progetto ampio di filiera - spiega all'Adnkronos Stefano Arvati, presidente di Renovo Spa - recuperiamo sul territorio gli scarti agricoli e di manutenzione forestale inutilizzati per trasformarli in energia grazie alla tecnologia italiana più avanzata: energia elettrica che poi conferiamo in rete ed energia termica che viene usata sul territorio dalle aziende che la utilizzano nel proprio processo produttivo, oppure creando noi un'attività imprenditoriale vicina alle centrali che possa utilizzare questi scarti". Insomma, "la filiera di approvvigionamento alimenta sia la centrale a biomasse per produrre energia sia attività a latere per la produzione di prodotti legnosi quali pellet e materiali per bioedilizia". Come accade in Sardegna "dove produciamo fibra di legno e fibra di sughero, per le intrercapedini di case in legno o cappotti per efficientamento energetico delle abitazioni", aggiunge. Un progetto che ha l'ambizione di diffondersi in tutta Italia. La prima iniziativa partirà entro il 2014 a Iglesias, poi sarà la volta della Sicilia, a Caltagirone, e a seguire Puglia, Toscana, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli e Abruzzo dove le "iniziative sono ancora in fase autorizzativa visto il complesso iter da seguire, ma contiamo di attivarle tutte entro il 2015", spiega il presidente di Renovo. Renovo si propone come facilitatore di progetti nell'ambito dell'energia rinnovabile che prevedono la costruzione di piccole centrali termoelettriche cogenerative alimentate da biomasse agro-forestali e agro-industriali per lo sviluppo di nuove iniziative produttive. Si va dalla ricerca alla progettazione di impianti attraverso la costituzione di società controllate che seguono lo sviluppo dei progetti energetici e industriali integrati, contraddistinti dalla valorizzazione dell'energia termica residua cogenerata dalle centrali attraverso la sua cessione alla rete. Per questo nel 2009 è stata costituita la controllata Renovo Bioenergy Spa, con il compito di sviluppare un progetto nazionale di costruzione e gestione di un network di piccole centrali termoelettriche all'interno del progetto "Energia a Chilometro Zero": realizzazione sul territorio nazionale di un network di centrali termoelettriche cogenerative di piccola taglia alimentate utilizzando biomassa legnosa ottenuta nei bacini territoriali d'appartenenza da scarti agricoli, agro-industriali e agro-forestali. La scelta strategica di puntare su centrali di piccola taglia è funzionale all'obiettivo di alimentare gli impianti esclusivamente con biomasse locali reperite nell'ambito di filiere corte. Invece di andare dispersa, la produzione di energia termica potrà essere utilizzata per sviluppare nuove attività industriali o agricole sinergiche alle centrali oppure, in alternativa, essere ceduta a enti pubblici e privati per il teleriscaldamento del circondario, con un cospicuo risparmio energetico. Nel luglio del 2011, Gruppo Cooperativo Cgm e Renovo hanno siglato un accordo che prevede l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate nei processi produttivi delle centrali termoelettriche a biomasse agricole e forestali a filiera corta. Saranno quindi i lavoratori svantaggiati delle cooperative del Gruppo Cgm ad occuparsi delle attività di recupero delle biomasse locali e delle attività di gestione dell'impianto. Inoltre, nella localizzazione delle centrali viene privilegiato il recupero di siti industriali dismessi, facendosi carico dei costi di bonifica ed evitando così ulteriore consumo di suolo restituendo all'uso produttivo e alle comunità locali aree degradate.

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