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Pesce da acquacoltura sostenibile per un minore impatto ambientale in tavola

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Roma, 18 feb. - (Adnkronos) - "In questi ultimi vent'anni si è registrato un notevole incremento, oggi il 35% dei prodotti ittici presenti sui nostri mercati è allevato. Si tratta soprattutto di salmoni, trote, branzini e orate". Così Renato Malandra del Presidio Veterinario del Mercato Ittico di Milano, intervenuto oggi ad AquaMed 2014. "Bisogna prendere atto - aggiunge - che l'eccessivo sforzo di pesca praticato in questi ultimi anni e soprattutto il mancato rispetto dell'equilibrio rigenerativo, hanno portato ad un grave esaurimento delle riserve ittiche marine. L'acquacoltura, principalmente quella marina, compensa la carenza". "È importante essere consapevoli che la conservazione delle risorse naturali e la valorizzazione di determinati equilibri sono comunque indispensabili all'acquacoltura, visto che il mangime è costituito principalmente da farina di pesce - prosegue Malandra - Il prodotto di allevamento presenta sicuramente lati positivi sotto diversi punti di vista primo tra tutti la continua disponibilità del prodotto a prezzi accessibili che di fatto ha rappresentato il principale contributo all'incremento il consumo di pesce pro-capite in Italia". Per Malandra, "è indispensabile perfezionare le tecnologie di allevamento per ridurre al minimo l'impatto ambientale, inoltre migliorare la qualità dei mangimi e le condizioni di allevamento significa prevenire le malattie infettive e il conseguente utilizzo di disinfettanti e antibiotici". L'acquacoltura svolge quindi un ruolo sempre più importante nel fornire, in modo sostenibile, il pesce che finisce sulle nostre tavole e l'Italia, in questo settore, ha anche un primato, come ricorda Paolo Bray di Friend of the Sea: "nell'acquacoltura di branzini e orate il nostro Paese risulta il primo, in Europa, quanto a minor impatto ambientale. Questo dato è molto importante e le nostre aziende dovrebbero evidenziarlo anche nella loro attività commerciale".

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