Tutti d'accordo i pm Pd e Pdl si fanno la legge ad personam
Uniti per salvare le loro carriere grazie a una norma ad hoc
Bastava parlare di giustizia e fino a ieri erano botte da orbi fra Pd e Pdl. Poi è avvenuto il miracolo, e magistrati eletti con Pierluigi Bersani e con Silvio Berlusconi hanno scoperto all'improvviso di andare d'amore e d'accordo. Questa volta l'emergenza non c'entra nulla, e Mario Monti ancora meno. In Senato è arrivata una legge fortemente voluta da Giorgio Napolitano. Che vieta ai pm-militanti di tornare in magistratura. A tutti 'ora in poi. Meno qualcuno. Ecco un bel conflitto di interessi della lobby che fin qui non era mai vista: quella dei giudici. Più volte abbiamo sentito parlare della lobby parlamentare degli avvocati. Ma giudici e pm eletti nell'uno e nell'altro fronte non avevano mai fatto comunella. Fino a quando in Senato non è arrivata la discussione sulla legge che vieta a pm e giudici che si sono tolti la toga per entrare in politica di rientrare nelle fila della magistratura quando la legislatura finisce. Idea ovvia, mai prevista però dalle norme in vigore. Tutti o quasi: la norma non varrà per gli attuali eletti in Parlamento, che potranno tornare a fare i giudici e i pm dal 2013. Luigi Li Gotti, celebre avvocato difensore dei pentiti e ora senatore dell'Idv, quando ha letto la norma ha strabuzzato gli occhi. Ha visto le mani alzate di chi aveva intorno in commissione Giustizia di palazzo Madama e ha strabuzzato gli occhi. Tutti magistrati un tempo nemici ora pronti a salvarsi la carriera: Felice Casson (Pd), Alberto Maritati (Pd), Silvia Della Monica (Pd), Francesco Nitto Palma (Pdl) e Giacomo Caliendo (Pdl). "Non è opportuno", ha sostenuto solitario Li Gotti, "che su queste questioni decidano anche senatori che si trovano, in quanto magistrati in carica e fuori ruolo, in una situazione di evidente incompatibilità". Non è opportuno no, ma nessun altro gli ha dato manforte. E così nascerà la prima legge ad personam dei pm in politica...