Il teatrino è finito

La sinistra imbuca in Rai i dilettanti della tv

Andrea Tempestini

Dopo gli scontri istituzionali, gli insulti di Fini a Schifani, e un lungo tira e molla, la commissione di vigilanza ha eletto i sette componenti del Consiglio di amministrazione Rai di pertinenza parlamentare. Sono stati eletti consiglieri Antonio Verro, Guglielmo Rositani, Antonio Pilati, Luisa Todini, di area Pdl-Lega; Rodolfo De Laurentiis per l’Udc; Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, indicati al Pd dalla società civile e quindi votati dal gruppo in commissione. Con i nomi della Tobagi e di Colombo la sinistra occupa la Rai con dei veri e propri dilettanti della televisione, ma ciò nonostante Di Pietro parla di "golpe", riferendosi alla sostituzione in Commissione del senatore Paolo Amato, ex Pdl, che aveva annunciato l'intenzione di votare "in coscienza": l'onorevole, in verità, aveva un accordo con Casini per rendere più "pesante" la componente dell'Udc e di Fli in Viale Mazzini, screditando quella del Pdl.  Le riconferme - Nella tornata di nomine, la prima dei non eletti è Flavia Piccoli Nardelli, che ha ottenuto quattro voti. Rispetto al precedente cda di Viale Mazzini sono riconfermati Verro, Rositani e De Laurentiis. A questi 7 nomi sono poi da aggiungere Anna Maria Tarantola e Marco Pinto, indicati invece dall’azionista di riferimento, il ministero dell’Economia. La nomina di Tarantola dovrà passare prima per il vaglio della stessa commissione di vigilanza, dove occorrerà una maggioranza del due terzi per l’ok definitivo alla sua nomina. Benedetta Tobagi - La sinistra, come detto, grida al golpe: ma la verità è che all'ultimo è fallito il piano per rompere gli equilibri in Rai, che Fini, Casini e Bersani volevano spostare a loro favore gestendo l'affaire Amato. Le nomine d'area della sinistra sono quelle ampiamente previste. Per prima c'è Bendetta Tobagi, la figlia minore del giornalista Walter, ucciso dalle Brigate Rosse a Milano il 28 maggio del 1980. La Tobagi, classe 1997, laureata in filosofia, "vanta" nel suo curriculum anni nella produzione di documentari; collabora con il quotidiano La Repubblica e partecipa ad alcune trasmissioni radiofoniche in Rai. La Tobagi è nota per lo più per la pubblicazione dei suoi libri, l'ultimo risale al 2009, Come mi batte forte il cuore, dedicato alla figura del padre. La Togabi segue da anni l'attività di associazioni e centri di documentazione dedicati ai terrorismi e alle mafie.  Gherardo Colombo - Il secondo consigliere d'area Pd è Gherardo Colombo, classe 1946, ex magistrato noto per le inchieste sulla P2, sul delitto Ambrosoli e, soprattutto, su Mani pulite, quando lavorava in tandem con il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. Il suo primo impego, nel 1974, fu quello di supervisore per la Ras. Entra po in magistratura, e dal 1975 al 1978 è giudice presso la VII sezione penale della Corte di Milano. Tra i suoi impieghi successivi quello di giudice istruttore, farà poi parte della commissione che esamina i materiali riguardanti i processi contro il crimine organizzato; dal 1989 al 1992 è consulente per la Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo, e nel 1993 è consulente per la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia. Dal 1989 è pm alla Procura di Milano, dove offrì un contributo fondamentale alle indagini e ai processi di Mani Pulite. A metà del febbraio 2007 si dimise da magistrato, e da allora si impegna nell'educazione alla legalità nelle scuole, incontrando studenti in tutta Italia. Gli attacchi al Pdl - L'Usigrai, il sindacato interno di Viala Mazzini, spiega che la tornata di nomine "ci  rassicura in parte, la procedura di sciopero resta aperta, abbiamo tempi tecnici per poter attendere che non ci siano riservate altre sorprese sull'elezione del presidente". Così Carlo Verna, segretario Usigrai, per il quale "uno  scontro tra i presidenti dei due rami del Parlamento e una pessima figura per la mancata parità di genere" sono le "gravi ferite" che restano dopo la fumata bianca". La politica ha offerto un brutto, bruttissimo spettacolo, chiuso dall'attacco frontale sganciato da Fini contro Schifani, Berlusconi e il Pdl quando ha visto evaporare il suo piano di conquista della Rai. E così, da sinistra e da Futuro e Libertà, piovono una serie di commenti durissimi contro il Cavaliere: "Silvio Berlusconi alla fine ce l’ha  fatta ad aggiudicarsi il quarto consigliere nel consiglio d’amministrazione della Rai grazie a uno strappo alle regole senza precedenti”, ha tuonato Flavia Perina. Quindi Antonio Di Pietro: "Siamo di fronte a un vero e proprio golpe. E’ stato cambiato il collegio elettorale mentre erano in corso le votazioni: una lesione inaccettabile della democrazia. Una truffa a cui il presidente del Senato si è prestato e per questo dovrà risponderne".