Luglio 2011

Winehouse, morì mentre guardava le sue esibizioni su YouTube

Andrea Tempestini

Amy Winehouse, nel luglio 2011, morì nella sua casa di Londra per abuso di alcol (il livello nel suo organismo era cinque volte superiore al limite consentito a una persona alla guida) mentre guardava i video delle sue esibizioni su YouTube. Il risultato della seconda indagine ha portato alla stessa conclusione della prima, dopo lo scandalo scoppiato in Inghilterra a dicembre, quando si scoprì che chi fu incaricato di svolgere l'indagine post-mortem, la signora Suzanne Greenaway, non aveva i titoli per farlo ma era la moglie del responsabile delle autopsie della zona. La testimonianza - I nuovi particolari sull'ultima notte della Winehouse sono emersi nel corso della testimonianza in tribunale della sua guardia del corpo, Andrew Morris, che ha rivelato come la sera del 22 luglio lui ed Amy ordinarono cibo a un ristorante indiano, e lei andò a mangiare in camera. Amy sembrava normale, ma un particolare catturò l'attenzione della body guard: continuava a riguardare se stessa, le sue esibizioni su YouTube. Una cosa che non aveva mai fatto. "Non voleva morire" - Fu proprio Morris, la mattina successiva, a rinvenire il corpo della Winehouse tra diverse bottiglie di vodka. Secondo quanto testimoniato, nell'ultima settimana di vita la Winehouse svenne altre tre volte per gli eccessi con l'alcool. Eppure la cantante non mirava ad auto-distruggersi: secondo quanto affermato in una testimonianza scritta dal suo medico personale, Cristina Romete, si era liberata del problema con la droga e altrettanto cercava di fare con l'acool. "Amy - ha dichiarato la Romete - mi disse specificatamente che non voleva uccidersi, non voleva morire".