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Agon Channel, la tv albanese che fa il pieno di italiani: Simona Ventura, Luisella Costamagna e gli altri big emigrati

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Giulio Bucchi
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Quaranta milioni di euro e una squadra di star e bellezze della tv italiana alla conquista dell'Albania. Prende il via da Milano, nella cornice glamour della terrazza Martini, l'avventura della rete televisiva Agon Channel, canale fondato dall'imprenditore Francesco Becchetti e interamente prodotto a Tirana. Tra i protagonisti del palinsesto che dal primo dicembre animerà il canale 33 del digitale terrestre spiccano nomi di grido del piccolo schermo nostrano, emigranti di lusso e al contrario, 23 anni dopo lo storico (e drammatico) esodo di albanesi in Puglia: l'ex giornalista Rai Antonio Caprarica dirigerà le news affiancato dal giornalista sportivo Giancarlo Padovan, che seguirà la parte sportiva del canale e il talent sul calcio condotto da uno dei nomi di punta del progetto, Simona Ventura. Dalla Costamagna alla Ferilli - E ancora l'ex collaboratrice storica di Michele Santoro, Luisella Costamagna, Lory Del Santo, Enzo Ghinazzi in arte Pupo, responsabile dei giochi televisivi della rete, accompagnato da Maddalena Corvaglia, che condurrà un talent intitolato My bodyguard. Sabrina Ferilli sarà invece la madrina di Contratto, un programma televisivo in cui l'attrice romana intervisterà personaggi famosi. Madrina d'eccezione della presentazione milanese una star di Hollywood come Nicole Kidman. "Venti milioni l'anno di pubblicità" - Ambiziosi gli obiettivi commerciali di Becchetti: con 500 persone assunte ("L'ottanta per cento albanese e il 20% italiano e poi la squadra dei talent"), si punta a una raccolta pubblicitaria di "venti milioni all'anno con l'1 per cento di share", all'insegna di una tv "semi generalista" basata sui quattro pilastri dei "giochi, i talent, le news e il racconto di personaggi famosi". Sul perché della produzione in Albania, partita un anno e mezzo fa e capace ora di mettere in onda due televisioni, una in albanese e una in italiano, l'imprenditore italiano risponde che "per fare un progetto televisivo devi essere sostenibile. Oggi può funzionare una televisione con quattro, seicento dipendenti, possibilmente giovani. In Albania questo si riesce a fare. Qualcosa costa meno ma rende felici, e consente di raccogliere una squadra di talent che rende la televisione attrattiva".  

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