Sinistro

Otto e Mezzo, Beppe Severgnini: "Mahmood? Come sono andate le cose in giura a Sanremo 2019"

Davide Locano

Tra chi è finito nel mirino dopo il termine del Festival di Sanremo ci è finito Beppe Svergnini, membro della giuria di qualità che ha sovvertito il verdetto del televoto a favore di Mahmood. E Severgnini, ospite di Otto e Mezzo di Lilli Gruber su La7, dà la sua versione dei fatti: "L’Italia sembra un film di Mel Brooks. Si passa dalla Diciotti al voto di Sanremo", premette il giornalista del Corriere della Sera. Dunque, nega ogni ipotesi di ribaltamento volontario dell'esito del televoto, ricordando come i giurati in platea all'Ariston non conoscessero la classifica della sala stampa. Versione a cui però non è impresa così semplice credere. "Abbiamo votato individualmente la canzone che ci piaceva di più. Io ho sentito questa canzone, mi ha colpito il ritmo, a me di solito non piace il rap. Vedevo questo ragazzo non italiano, ma con una mamma sarda e nato a Milano, che con una voce molto particolare se la prendeva col padre e diceva tu mi hai mollato, sei andato via. Una canzone che mi ha colpito", ha affermato Severgnini. Dunque, infilza anche Luigi Di Maio: "Con tutto l'affetto e lui fa il Ministro del Lavoro, io a Sanremo potevo andare pure a cantare. Tutto questo è surreale, è evidente. Sono andato a Sanremo perché è bello, perché piace agli italiani e l’Italia e gli italiani piacciono a me. La novità è che sulla pagina Facebook di Di Maio ero pronto a ricevere migliaia di insulti, invece no. Per la prima volta ho visto che molti commenti erano ‘ma in che mondo viviamo, è il mondo parallelo?’. Con tutto quello che sta succedendo, il governo si occupa della scelta della giuria", ha concluso Severgnini. Leggi anche: Mahmood, bomba-Bechis: chi ha deciso che doveva vincere a Sanremo