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Unomattina estate: Cara sinistra, l'Italia vuole Roberto Poletti. Teresa De Santis: "Dar voce al cambiamento"

Cristina Agostini
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Vogliamo aiutare i lettori, perché la faccenda potrebbe risultare complicata. Il sunto delle dichiarazioni che andrete a leggere è: la politica, se c'entra, c'entra poco. Il che, ribadito a gran voce dentro le quattro mura della Rai, suona quantomeno inedito. Eppure è questo il pensiero forte di Teresa De Santis: ieri la direttrice di Rai Uno ha fermamente rimandato al mittente tutte le accuse di opportunità politica che avrebbero ispirato le scelte editoriali. «È chiaro che la Rai ha un editore che fa capo al governo», ha spiegato De Santis, «ma le logiche politiche sono solo sullo sfondo: noi ci misuriamo sul prodotto ed è di questo che discutiamo tutti i giorni io e l' ad Salini». Com' è noto il pomo della discordia è la nuova programmazione estiva di RaiUno, o meglio i suoi volti (anche perché di show inediti ci sono giusto il tutorial per famiglie Tuttochiaro e il programma Io e te). Dal 17 giugno la conduzione di Unomattina Estate sarà affidata a Roberto Poletti e Valentina Bisti, mentre La vita in diretta estate sarà presentata da Beppe Convertini e Lisa Marzoli. I problemi di suddette conduzioni sarebbero due. Primo: Poletti conosce bene il fenomeno Lega, essendo ex direttore di Radio Padania e biografo di Salvini (suo il libro Salvini&Salvini); Convertini sarebbe in quota 5 Stelle. Secondo: le giornaliste sono interne Rai, mentre Poletti arriva da Mediaset così come il conduttore del nuovo Io e te, ossia Pierluigi Diaco. Da qui le proteste del sindacato dei giornalisti Usigrai, del deputato Pd, Michele Anzaldi (pronto a scomodare la Corte dei Conti) e di mezza Viale Mazzini. Insomma, un macello. Leggi anche: Rai, Poletti a "Unomattina". Dal Pd, dagli al salviniano: i rossi sbraitano e insultano Ieri però De Santis è riuscita a rispondere punto per punto alle polemiche, senza mai scomporsi, e mischiando parole chiare a velate stoccate. «La tv si fa per addizzioni ossia aggiungendo ogni elemento che rende completa la narrazione del Paese: questo è un principio fondante del servizio pubblico», ha spiegato la De Santis, «Prima in Italia c'era il grande blocco cattolico, poi è nata la seconda rete e il Tg2 con l'immissione di forze che provenivano dal mondo socialista. Poi nel 1985 la Rai di Biagio Agnes e Enrico Manca capì che c'era un terzo del paese che aveva diritto ad avere rappresentanza: il Pci». Tradotto: oggi mancano in tv i rappresentanti delle nuove forze politiche. «Il compito del servizio pubblico resta quello di dare voce alla pluralità nella pluralità, anche considerando il risultato del voto». Da qui, dunque la scelta di Poletti. Il giornalista, dal canto suo, chiarisce: «Voglio chiudere qui le polemiche: la mia unica telefonata è stata con la De Santis. Mi piacerebbe essere giudicato in base al lavoro». Quanto all'importanza di valorizzare gli interni Rai, la De Santis rassicura tutti sulla serenità di rapporti tra lei e l' d Fabrizio Salini: «Siamo due persone diverse, ognuno con la sua personalità ma entrambi con la giusta civiltà per arrivare a soluzioni comuni. I conduttori del nuovo day time Rai sono frutto di una comune soluzione». Al contempo però De Santis spiega che la Rai non può esimersi dall' avvalersi di volti esterni: «Un' azienda come la nostra deve anche prendere il meglio di quello che c' è sul mercato, scipparlo alla concorrenza, così come cercare nuovi volti». E a chi le chiede come si sente quando le danno della salviniana, replica: «Io sono io. Posso sbagliare e mi prendo la responsabilità delle mie scelte, che sono mie: non provengono dall' esterno». di Francesca D'Angelo

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