Non è l'Arena

Massimo Giletti, la confessione: "Perché sono rimasto a La7". Trionfo umano, mazzata sulla Rai

Giulio Bucchi

"Più di tutto conta il fattore umano". Massimo Giletti, intervistato dal settimanale DiPiù, spiega perché nonostante la corte serrata della Rai abbia scelto di restare a La7, con il suo Non è l'Arena. Più che il contrattone offertogli da Urbano Cairo, insomma, c'entrerebbe altro: "La sintonia, basta un semplice sguardo per capirsi". Una fiducia e un'intesa reciproca che mancavano negli ultimi tempi a viale Mazzini e che evidentemente Giletti temeva di non trovare nemmeno ora, con una dirigenza "gialloverde" sulla carta più in linea con la tv del conduttore, fatta di testa e pancia e molto poco salottiera.  Leggi anche: "Mister 300%", perché Giletti a La7 può fare quello che vuole Dopo 29 anni in Rai, lo avevano allontanato con un diktat: "Basta inchieste: o ti educhi allo spettacolo, al varietà, o te ne vai". Una imposizione insopportabile dimenticata con Cairo, che secondo Giletti gli ha sempre concesso massima libertà, anche di fronte a inchieste non gradite da tutti.