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Eleonora Pedron, orgoglio Miss Italia: "Le critiche dei politici strumentali. Non scordo cosa mi disse Frizzi"

Giulio Bucchi
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La storia della cultura occidentale è cominciata con un concorso di bellezza: tre divinità, Era, Atena e Afrodite, erano in gara e Paride scelse di affidare a quest'ultima il pomo di più bella, originando la guerra di Troia e permettendo che venisse concepita l'Iliade. Devono esserselo dimenticato i censori accecati dall'ideologia, le femministe per partito preso che, in occasione di ogni Miss Italia, gridano alla mercificazione del corpo della donna. E hanno alzato ancora più la voce quest'anno, dato che il concorso di bellezza, alla sua 80ma edizione, tornerà sul servizio pubblico (andrà in onda su RaiUno il 6 settembre). Ma a questa visione riduttiva del programma si oppone chi miss è stata e mai si è sentita donna-oggetto, come Eleonora Pedron, reginetta di bellezza nel 2002. Pedron, tre membri del cda Rai sostengono che a Miss Italia «le donne vengono valutate solo per il loro aspetto esteriore, mercificando il loro corpo», un fatto inopportuno mentre crescono le violenze sulle donne. E intanto Michele Anzaldi del Pd chiede un voto contro la decisione di riportare il programma in Rai. Sbagliano?  «Che due p… queste polemiche, chi critica il programma forse non ha nient'altro da dire. Miss Italia è l'esatto opposto della mercificazione della donna: è un evento raffinato ed elegante, in cui si riscopre la dimensione del romanticismo, del sogno, della favola. Altroché sfruttamento e volgarità. Metterlo in relazione ai femminicidi è poi follia totale. D'altronde, Miss Italia fa parte della tradizione del Paese: guardarla è un rito familiare, che si consuma nel focolare domestico, in cui tutti, grandi e piccini, si divertono a indovinare chi sarà la vincitrice». Perché allora, secondo lei, scattano puntualmente agli attacchi a Miss Italia? C'è più moralismo o più invidia, da parte di alcune donne?  «Credo che quanti creano polemica lo facciano con l'unico scopo di schierarsi, darsi un tono e ottenere visibilità. Ma sbagliano completamente il bersaglio. I costumi da bagno delle partecipanti sono tutto fuorché provocanti: non si è mai visto a Miss Italia un perizoma o un seno mezzo scoperto. Sono costumi castigati quasi da nuotatrice olimpica».  Il ritorno in Rai aiuterà gli ascolti del programma che negli ultimi anni, su La 7, erano scesi sotto il milione di telespettatori?  «La Rai è come la casa di Miss Italia, il suo luogo naturale, ed è bello che vi torni una cosa antica, che lì è sempre stata seguitissima. Questo ritorno al futuro, a mio avviso, sarà anche vantaggioso per gli ascolti». Lei che ricordi ha della Miss Italia vinta 17 anni fa?   «Fu non la mia prima, ma la mia seconda Miss Italia. Avevo già partecipato tre anni prima, nel 1999. Fu papà a incoraggiarmi a riprovarci, ci teneva, ma purtroppo si spense a pochi mesi dalla mia seconda partecipazione. Decisi di rimettermi in gioco come un omaggio a lui, altrimenti non lo avrei mai fatto. E alla fine vinsi. Ricordo quell'esperienza come un grande campo scuola in cui entrai in contatto con ragazze che arrivavano da un contesto molto diverso dal mio. Venivo da un piccolo paese in Veneto, Camposampiero, e se non avessi fatto Miss Italia forse sarei rimasta lì. Quel concorso fu il mio secondo passaggio verso la maturità, dopo il primo traumatico, la perdita di papà». Quell'anno venne proclamata reginetta da Fabrizio Frizzi. Cosa le disse al momento della vittoria?  «Una sua frase mi resterà indelebile: “Miss Italia è la Favola e l'Eleganza in sé”. Aveva colto alla perfezione lo spirito di quella manifestazione. Dopo siamo diventati amici, è stato anche il padrino di mai figlia. Sono stata l'ultima reginetta da lui proclamata prima di un'assenza durata dieci anni. Quando tornò alla conduzione mi volle con sé nel programma. La chiusura di un cerchio». Quest'anno Eleonora Pedron che ruolo avrà a Miss Italia?  «Farò parte della giuria. E mia figlia guarderà il programma da casa. Ha dieci anni, ma mi dice che un giorno piacerebbe anche a lei partecipare. Magari darà seguito alla tradizione familiare: mamma e figlia entrambe vincitrici, come è già capitato a Marisa Jossa e Roberta Capua». di Gianluca Veneziani

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