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Sanremo 2020, Sabrina Salerno perseguitata dai maniaci: "Come ho ridotto uno di loro"

Maria Pezzi
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Sabrina Salerno, la ragazza più sexy degli anni Ottanta, torna a Sanremo ventinove anni dopo Siamo donne, che cantò nel 1991 in coppia con Jo Squillo. Il conduttore e direttore artistico Amadeus ha chiamato la cantante genovese sul palco la seconda sera (5 febbraio) e l' ultima (l' 8) come presenza femminile insieme ad altre colleghe. Mamma di un ragazzo di 15 anni, moglie, 52 anni e ancora una grandissima voglia di divertirsi, Sabrina ha risposto di «sì». Ovviamente. Emozionata? «No. Concentrata. L' emozione mi arriverà poco prima di scendere la scalinata e presentare. Adesso sono a Treviso immersa nella prova costumi». Indosserà qualcosa che mette in mostra le forme? «Sì, ma con eleganza senza esagerare. Non è facile vestirmi con le curve che ho». Presenterà e canterà? «Vista la mia carriera, impossibile che non canti. Ma sarà top secret. Non svelo nulla. Comunque Sanremo per me non è solo il Festival ma è anche la mia gioventù, l' adolescenza: è stata la mia casa tanti anni e per me ha una valenza affettiva». Cosa ricorda di quel 1991 quando andò a Sanremo in gara con Jo Squillo? «Eravamo giovanissime e con la voglia di spaccare il mondo, controcorrente. Appena ha saputo che sarei andata a Sanremo, Jo mi ha scritto e mi ha detto di "spaccare". Siamo ancora amiche. All' epoca pensavo che Siamo donne, «oltre le gambe c' è di più...» fossero versi banali di una canzonetta invece, con il senno di poi, è anche oggi un tema per cui combattere». In che senso? «Guardi in politica, nel giornalismo, ovunque. Le donne fanno più fatica, i compensi sono inferiori. La donna che si fa valere sembra più aggressiva. Ma dobbiamo combattere». Cosa pensa della frase incriminata di Amadeus su Francesca Sofia Novello che sta «un passo indietro»? «Amadeus lo conosciamo, è una delle persone più amabili e rispettose che ci siano, così gentile. Voleva fare un complimento e c' è stato un immenso fraintendimento». Se le dicessero che lei sta un passo indietro a suo marito? «Mio marito è un imprenditore, quando fa le sue cose di lavoro, le presenta, si interfaccia con i giornalistiio sto un passo indietro. E lui idem con me, per le mie cose. Quella espressione la traduco con "supporta", "aiuta", per me è un valore aggiunto. E lo dice una che non si fa mettere i piedi in testa. Io sono femminista. Non ho proprio capito perché hanno interpretato male quel "passo indietro"». Forse intendevano "nell' ombra". «Scusi, facciamo un esempio contrario: Angela Merkel è sposata? Io suo marito non lo ho mai visto. O no?». Effettivamente. «Io penso che dietro a un grande uomo ci sia una donna fortissima e viceversa. Il contrario non lo ho mai visto. Cambiamo discorso, guardi». Chi vince Sanremo? «Non vorrei sbilanciarmi, c' è chi conosco e altri che conosco meno. Mi aspetto un Sanremo di buona musica, spero di divertirmi. Nel '91 ero giovane e tesa, oggi sono diversa». Cosa pensa del «caso Junior Cally» e della polemica sulla sua vecchia canzone violenta? «Ho un figlio di 15 anni: mi batto, mi confronto, parlo di cyberbullismo. Lui ascolta Eminem, ma anche i Beatles e gli Stones. Il rap ha una connotazione particolare, un linguaggio duro e violento che personalmente non amo». Dunque? «Junior Cally ha preso le distanze dal suo passato. Oggi ha voglia di cambiare e Amadeus gli ha dato una grande chance. Da direttore artistico difende la sua scelta e lo capisco. Secondo me resterà in gara». E il caso di Rita Pavone "sovranista", secondo i detrattori? «Mi sembra una scemenza. Io adoro Rita. Un anno fa andai a un suo concerto con Red Ronnie, una forza della natura. Vorrei essere così alla sua età». Cosa farà dopo Sanremo? «Il tour è interrotto, lo riprendo a marzo fino a dicembre 2020. Giro l' Europa ma soprattutto la Francia, al 70%. Adoro cantare in francese». La popolarità che ha avuto a 17 anni ha avuto un rovescio della medaglia: tantissimi stalker. Conferma? «La vita ti dà e ti toglie, come in tutte le cose. È una questione di equilibrio. Ho avuto brutti episodi. La follia è sempre più presente nelle persone, ci sono valori sempre meno sani e la gente va fuori di testa. Ho conosciuto tanti pazzi, oggi più che mai». Oggi? «Sui social mi arrivano cose incredibili, siamo in una società borderline. Quelli più idioti li blocco, quelli che esagerano li denuncio. Non voglio fare passare, affronto le persone. I maniaci sessuali ci sono sempre stati da quando avevo 17 anni con una fisicità prorompente. Forse li attiro. Ma la follia va spesso al di là della sessualità». Episodi «dal vivo»? «Purtroppo sì. Anche dei professionisti. Quella volta non sono andata dalla polizia postale ma dalla polizia. C' è stato anche un ricovero coatto. Arrivava da Bologna, io andavo a fare la spesa e mi seguiva. Al supermercato lui toccava tutte le cose che toccavo io, alla gente in giro diceva che io ero "un angelo venuto dal cielo". C' è tanta solitudine in giro, tra un po' andrà a finire che faremo sesso virtuale». Denunciare funziona? «Dipende dal giudice». Ha paura? «Ho paura solo della morte e delle malattie». di Alessandra Menzani

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