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Ornella Muti, massacrata in tribunale per la cena con Vladimir Putin: quanto deve pagare

Gianluca Veneziani
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 Più che Muti, si era detta Muta. Aveva fatto appello a una presunta afonia, causata da una forte raucedine, per annullare il suo appuntamento al Teatro Verdi di Pordenone dove sarebbe dovuta andare in scena con lo spettacolo L'ebreo di Gianni Clementi. Sennonché quel giorno, lungi dallo starsene rintanata in casa a curarsi, aveva partecipato a una cena di gala a San Pietroburgo, alla presenza nientepopodimeno che di Vladimir Putin. Ecco perché ora l'attrice Ornella Muti sta pagando quella mossa scellerata a caro prezzo, anche se in comode rate. Nel giugno 2019 la Cassazione ha confermato la condanna emessa dalla Corte d'appello di Trieste nei confronti dell'attrice: sei mesi di reclusione e 500 euro di multa per tentata truffa aggravata e falso, insieme al pagamento di un risarcimento di 30mila euro alla parte civile.

MILLE EURO AL MESE
Martedì scorso avrebbe dovuto esserci l'udienza per l'esecuzione della pena, ma la difesa ha chiesto un rinvio e l'udienza è stata spostata. Intanto però si è scoperto che, grazie a un accordo tra le parti, la Muti ha già iniziato a versare i soldi del risarcimento al ritmo di mille euro al mese: finora ne ha dati 6 mila, cosicché le mancano ancora 24 mensilità per saldare il conto... Solo all'avvenuto pagamento di tutti i 30mila euro al teatro la pena sarà sospesa. Un conto salato, anzi salatissimo, per quella cena di dieci anni fa. Era il 10 dicembre 2010 quando la Muti avrebbe dovuto recitare nel teatro di Pordenone. La mattina però, facendo presentare un certificato da un medico di Roma, l'attrice aveva dato forfait per quella data e i due giorni successivi, adducendo motivi di salute: la spiegazione ufficiale parlava di una «laringotracheite acuta febbrile» contratta nei «gelidi teatri» del Nord. Curiosamente però, nonostante fosse ufficialmente malmessa, si era imbarcata in volo per andare a cenare in un Nord molto più gelido, quello russo.

 

Decisione che non era stata improvvisata: come hanno appurato i giudici, il volo era già stato prenotato il 1° dicembre di quell'anno, anche se l'attrice sin da luglio sapeva che avrebbe dovuto recitare a Pordenone. Quindi la sua sarebbe stata un fuga premeditata e non giustificata dall'ipotetico malanno. Se fosse un film, sarebbe «Verso la Russia, con il (finto) raffreddore». Ora, al netto della vicenda processuale e della volontà della Muti di saldare il conto (con la giustizia e con il teatro), è interessante chiedersi cosa abbia indotto l'attrice a mollare tutto, per concedersi quell'insalata russa con lo Zar. Probabilmente sarà stata la voglia improvvisa di ricongiungersi alle proprie origini visto che la mamma della Muti è estone e, come disse l'attrice in un'intervista, «la Russia è il paese dei miei avi, di mia nonna e di mio nonno. Io ho sempre cercato di trovare in me stessa queste radici russe».

 

L'APPARTAMENTO
O forse sarà stato il primo tentativo di mettere le basi per un investimento immobiliare e l'ottenimento della cittadinanza russa: nel 2016 la Muti ha comprato un appartamento a Mosca e manifestato l'intenzione di trasferirvisi. «Sarei lieta di ricevere il passaporto russo dalle mani di Putin» dichiarò in quell'occasione. «Ho ricevuto il permesso di soggiorno e lavoriamo al passaggio alla tappa successiva, quella di ricevere la cittadinanza». Magari però, in quel caso, eviti di non presentarsi a uno spettacolo in un teatro russo. La scusa della raucedine e la fuga per una cena a Pordenone potrebbe costarle molto cara. Lasciandola senza rubli e cittadinanza, oltreché senza voce. 

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