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Sanremo 2022, "cattolici solo quando canta Achille Lauro?": chi è l'uomo che difende il "battesimo", clamoroso al Festival

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Dopo la serata esordio di martedì 1 febbraio, non si fa che parlare di Achille Lauro a Sanremo. Il cantante, da sempre provocatorio, anche all'Ariston non si è smentito e si è presentato sul palco a torso nudo inscenando un battesimo. Una scelta che ha scatenato i cattolici, convinti che quanto mostrato davanti alle telecamere di Rai 1 altro non sia che "blasfemia". Non tutti si sono però scagliati contro Lauro. A sorpresa a prendere le difese del cantante in gara c'è Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa. "Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!", ha tuonato senza mezzi termini sui social dove si dimostra attivissimo. 

 

 

Ma non è finita qui, perché raggiunto dall'Adnkronos La Magra nega la definizione di "blasfemo" alla performance portata dal cantante: "Forse è il segno che la nostra cultura è talmente pervasa dalla fede cristiana che non riusciamo a non declinare i messaggi che vogliamo dare se non attraverso i segni della fede. Così il battesimo per tutti è il segno di rinascita". Per di più secondo il parroco, Achille Lauro è un'artista e il suo scopo è quello di comunicare messaggi, non certo essere blasfemo.

 

 

Secondo il don, oggi alla guida della comunità ecclesiale di Racalmuto, Agrigento, "come cristiani dovremmo indignarci per cose ben più gravi". Quali? Ecco la lezione: "Ñ più sacrilego avere le doppie vite, non occuparsi chi ha bisogno e poi manifestare esteriormente la propria fede, essere ipocriti. È sacrilego giudicare gli altri. Insomma ce ne sarebbero di cose su cui indignarci". Infine il messaggio sui migranti: "Quello per chi è credente è un sacrilegio che si consuma sulla carne di Cristo, come ci ricorda Papa Francesco...  La verità è che ci facciamo forti davanti a una canzone e quando siamo chiamati a fare scelte serie ci tiriamo indietro". 

 

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