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Gino Paoli, la tragica confessione su Luigi Tenco: "Cotto come una zucca, psicofarmaci pesanti". 55 anni dopo...

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Un'intervista imperdibile, da leggere tutta di un fiato, dura, tosta, sincera, quella concessa da Gino Paoli al Corriere della Sera. Parla della sua vita, dei suoi colleghi, di tutto. Si parte dalle sue condizioni, dopo aver fatto il coronavirus: "Il virus mi ha lasciato delle conseguenze pesanti, sono sempre affaticato. Ma cerco di reagire con ironia", spiega.

 

Parlando sempre di se stesso, si spende anche sulle dipendenze. Gli ricordano infatti che a parte le sigarette ha saputo smettere con alcol e cocaina. "Posso fare qualsiasi cosa, se mi lascia il senso critico. Con l'alcol a un certo punto mi sono ritrovato che non ricordavo più cosa avevo fatto il giorno prima. La droga è stupida. E basta", replica Gino Paoli.

Poi i colleghi. I ricordi. Clamorose le parole su Luigi Tenco, che 55 anni fa si era tolto la vita a Sanremo. Quando gli chiedono quale sia la sua idea definitiva sulla tragedia, Gino Paoli risonde: "Oltre alle cose che sono solo di Luigi, mi limito a dire che era cotto come una zucca, aveva preso psicofarmaci pesanti. Si capì subito, quando cantò, che non era lui. E, se sei fuori, può succedere di tutto. Ma se ci fossi stato io con lui gli avrei dato due pedate nel culo e non avrebbe fatto niente. Questione di attimi", ricorda.

 

E ancora, spiazzante su Ornella Vanoni. Gli dicono che si vede spesso in tv, e lui: Si è smollata con l’età, perché ora sente l’urgenza di raccontare. Anche cose che sarebbe meglio non dicesse", conclude Gino Paoli picchiando durissimo.

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