La polemica

Blanco palpeggiato da una donna è scandalo? Ufficiale: siamo ossessionati dalle molestie

Hoara Borselli

Siamo diventati un Paese di molestati e molestatori. Alternati. Viene da chiedersi dove fossero nascosti tutti questi violentatori dalla libido incontrollata, portatori sani di mano morta e ormone vivo, e chili abbia sguinzagliati posizionandoli fuori dagli stadi, all'interno dei concerti, nei raduni del Corpo degli Alpini. Ci eravamo appena liberati per l'appunto degli Alpini e dei loro bollori, lasciando a Rimini soltanto il pianto delle femministe dell'associazione "Non una di meno" a caccia di penne nere da denunciare, che arriva fresca fresca la notizia di una nuova molestia. Stavolta però a sessi invertiti. Siamo a Milano, in Piazza Duomo. L'occasione è quella del concerto organizzato da Radio Italia, l'attesissimo evento musicale che ha radunato sotto il palco circa ventimila persone dall'ugola in festa. È il turno di Blanco, tocca a lui esibirsi. Blanco è il cantante attualmente più in auge fra i giovani, quello che a Sanremo si è aggiudicato il podio duettando con Mahmood al ritmo del tormentone "Brividi", e che è stato scelto il lunedì dell'Angelo, Pasquetta, per esibirsi nientemeno che davanti a Papa Francesco in Piazza San Pietro. Evento quasi sacro. Castigatissimo.

 

 

A PORTATA DI MANO
Blanco è un ragazzino di 19 anni, all'anagrafe si chiama Riccardo Fabbriconi, bresciano, segno zodiacale acquario, bella voce e grande spavalderia. Il brano che ha scaldato la folla l'altra sera a Milano s'intitolava "Notti in Bianco", e proprio sul finale - sulle note di "E a te la notte ti piaceva, ti piaceva, ti piaceva da scopare, da da da da da da, da ballare, e a te la notte ti piaceva scopare, scopare...» - ecco che una fan non riesce a trattenersi e con un balzo felino allunga la mano e stringe il pacco del cantante, un'occasione troppo a portata di mano per farselo scappare. Avrà pensato: e quando mi ricapita? Un'altra ammiratrice ha filmato il tutto, per poi postarlo su TikTok e scatenare i commenti. Ora chi lo spiega a tutti quelli che per mesi hanno riempito pagine di giornali e affollato i salotti televisivi per dirci che l'orco cattivo è il maschio, e la femmina sempre vittima per definizione? Il maschio che tocca il culo alla giornalista sportiva mentre è in collegamento, l'alpino che fa i complimenti e gioca col cappello. Chi gli spiega questo episodio così imprevedibile?

 

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PECCATI DELLA CARNE
Ma c'è un rischio ancora più grande. Che per equanimità, i maestri di pensiero e di morale si scaglino ora contro la ragazza come hanno fatto con gli alpini. Che nasca un gruppo denominato "Non uno di meno". E che gridi alla ragazza: molestatrice, scostumata, peccatrice, puttana! Peraltro, sui social è già cominciata la caccia alla colpevole, con tanto di insulti. Chissà perché, ma evidentemente è una cosa più forte di noi. Proprio negli anni nei quali persino papa Francesco dice che in fondo i peccati della carne sono i meno gravi, nella società si spande inarrestabile un nuovo moralismo che pare inarrestabile. Insulta l'alpino, maschio maiale. Fallo pure con la ragazza che tocca Blanco. E poi, vedrete, arriveremo ad accusare chiunque consideri il sesso una delle legittime e spesso piacevoli attività umane.

No, no, no, il sesso è peccato e sopraffazione. Ma dove volete arrivare? Dobbiamo tornare agli anni Cinquanta, quando si imbastivano i processi per adulterio, si metteva in prigione la fidanzata di Fausto Coppi, quando il futuro presidente della Repubblica, che si chiamava Oscar Luigi Scalfaro, prendeva a schiaffi una signora perché s'era permessa di entrare scollacciata al ristorante, quando un professore finiva sotto processo, e poi in galera, perché aveva forse una relazione sentimentale con un allievo ventiquattrenne? I corsi e i ricorsi della storia ci stanno portando ad un vorticoso ritorno al passato. A prima della minigonna, della battaglia per il sesso libero, di Anita Ekberg nella fontana di Trevi, dei film come "Grazie zia". Mamma mia, che paura. Finiranno col mettere il burqua anche a noi: femmine e maschi.