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Maurizio Costanzo, "lei aveva un altro": corna, la dolorosa rivelazione

Lucia Esposito
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Credevamo di sapere tutto di Maurizio Costanzo, l'uomo che da quarant' anni apre le porte del suo salotto televisivo e, una domanda dopo l'altra, il tono che non si alza di un decibel, s' infila nelle vite degli altri. Che siano potenti o sconosciuti, poco cambia: Costanzo se ne sta seduto sornione accanto a loro, con quella voce che è solo sua, lo sguardo svelto e curioso e scava, scava senza far rumore, insiste senza arroganza fino a quando non trova la risposta che cerca. A pensarci bene Maurizio Costanzo- anche per questo - è un'eccezione nella televisione di oggi dove per farsi ascoltare bisogna urlare. A lui basta sussurrare.

Dicevamo che credevamo di sapere tutto di Costanzo, dagli inizi, giovanissimo cronista a Paese Sera, autore radiofonico e di canzoni, poi di nuovo alla carta stampata, l'approdo in televisione, gli incontri con i personaggi che hanno fatto la storia e quelli che lui stesso ha creato dal nulla, le quattro mogli, l'intesa totale con Maria De Filippi, l'attentato mafioso, la pubblicità della cravatta, le rubriche sui giornali e mille altre cose ancora, ma leggendo il suo ultimo libro Smemorabilia (Mondadori, pp. 153 pp, 18,50 euro) si scopre tanto altro e, contemporaneamente, si ritrovano schegge del nostro passato, o ti un tempo indispensabili che di colpo sono spariti dalla nostra vita, risucchiati dall'onda della modernità.

 

 


INTERVISTA A SE STESSO
Per una volta è lui a raccontarsi. È come se ci fosse un Costanzo immaginario che lo intervista e il Costanzo vero si lascia andare, pigia il tasto rewind della memoria, riavvolge la bobina della sua vita e la racconta così come la vede scorrere. Raccoglie tessere cadute dal mosaico della nostra storia che è fatta di grandi imprese, ma soprattutto di piccole cose quotidiane. Scopriamo Costanzo bambino che sfreccia sul monopattino e poi ragazzino col fazzolettone al collo che fa la promessa di lupetto e s' arruola tra i boy scout ma poi lascia per pigrizia («Ero lupetto, non feci carriera: troppe salite»). Arriva il tempo del sesso nella Topolino della sua fidanzata di qualche anno maggiore. L'abitacolo è stretto e scomodo ma si avvicina al paradiso.


Maurizio ha 20 anni e dopo tanti mesi passati quasi tutti nell'alcova a quattro ruote, ecco la prima sofferenza d'amore. Quella ferita che non ti uccide ma lascia il segno. Maurizio scopre che lei ha un altro. Quel mal d'amore è «come un vaccino, e mi promisi di non patire mai più uno strazio simile». Coi primi soldi guadagnati compra una Porsche ma malamente arriva ai pedali. Non ci sono troppi rimpianti, tranne uno professionale, l'esperienza de L'Occhio, una spina che punge ancora. E poi una dichiarazione d'amore totale per Maria (vi lasciamo il piacere di leggerla). Il telefono ha segnato la vita di Costanzo e, forse, non è un caso che sulla copertina di Smemorabilia ci sia la cornetta rossa di un vecchio telefono con il lungo filo a molla che s' attorcigliava attorno alle dita e alle chiacchiere. La canzone più famosa che ha scritto s' intitola, appunto, Se telefonando e, nel suo catalogo sentimentale degli oggetti perduti, il telefono è al primo posto.


LE CABINE DEL TELEFONO
Dal passato remoto emergono anche i gettoni e le cabine telefoniche.
«Com' è cambiato il senso della comunicazione è impressionante a pensarci: dovevi centellinare i minuti, ogni gettone ti garantiva quella manciata di parole, poi cadeva la linea e, se avevi detto tutto quello che volevi dire, bene, sennò ti arrangiavi». Costanzo ricorda che, oltre a possedere una buona quantità di monete d'ottone, era fondamentale scegliere la giusta cabina telefonica. Le più ambite erano quelle appartate, dove si era liberi di parlare senza essere pressati dalla coda che, soprattutto nelle sere d'estate nelle località di villeggiatura, si formava davanti alla postazione telefonica. E il duplex? Provate a spiegarlo a un ragazzino di oggi: vi guarderà come un reperto d'archeologia neolitica. «Un'unica linea telefonica per più utenze, spesso famiglie, con due appartamenti diversi. Io, per esempio, a casa dei miei avevo il duplex e fu un concerto di interferenze, di involontarie sortite negli affari degli altri, di parolacce e bestemmie che s' innescavano nella tua conversazione».

 

 

Il telefono allora era fissato al muro e Costanzo ricorda quando un giorno nella sua casa di Roma squilla per lui. È Indro Montanelli. Il suo mito lo cerca in risposta a una lettera che Maurizio gli ha spedito. Lo chiama "Costanzino". Forse la più bella telefonata della sua vita. Per restare in tema, ecco gli elenchi telefonici che ogni anno arrivavano in tutte le case. Pagine fitte di nomi e indirizzi. Il diritto alla privacy non c'era. «Volenti o nolenti se si aveva un telefono si veniva schedati e mappati. Solo nei decenni successivi è emersa la questione della privacy, forse tardi perché se è vero che non esistono più gli elenchi telefonici, è vero anche che internet è molto più invasivo».


RIPOSTIGLIO DELLA MEMORIA
Sfogliare Smemorabilia è un meraviglioso viaggio all'indietro. Dalle pagine riaffiorano fotografie (ahinoi, anche queste, così come erano una volta, sono sparite) di un mondo perduto. Un elenco lungo più di cinquant' anni che è anche un piccolo osservatorio sociologico. Come quando parla dei nonni di oggi che «sembrano i cinquantenni di ieri, e anche se sono in pensione, in realtà sono loro forti economicamente perché i figli sono precari». Seppellite nel ripostiglio polveroso della memoria ci sono mille cose, come le lettere d'amore, i soldatini, le targhe delle automobili con le sigle delle città, l'enciclopedia a fascicoli, la Coccoina, che è rimasta appiccicata ai ricordi di tutti gli scolari dell'epoca, la nostra «madeleine olfattiva». Per ogni oggetto perduto Maurizio Costanzo ha un ricordo e un pensiero che ci consegna generoso con il suo stile asciutto e diretto.


La lettura scivola veloce perché scrive come parla e non insegue artifici retorici, né annega nell'autocompiacimento. In questa recherche storica e sentimentale si srotola la vita di un uomo che lungo la strada, assieme gli oggetti, ha perso tanti affetti, amici e abitudini (la sigaretta, per esempio). Non c'è tristezza, ma quella nostalgia che è insieme morsa e carezza, un po' come il titolo di questo libro prezioso. "Smemorabilia", una parola inventata dallo stesso Costanzo che racchiude la sacralità della memoria e un luccichio che illumina il futuro. Buona lettura a tutti. 

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