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Bonolis, addio alla tv? Mughini, la sciabolata: "Portate rispetto"

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"Portate rispetto". Giampiero Mughini prende carta e penna e scrive a Dagospia, per rendere merito a Paolo Bonolis. Al Festival della tv di Dogliani, il conduttore di Avanti un altro e vero e proprio "re di Mediaset" ha ammesso che continuerà a lavorare nel piccolo schermo "ancora per poco tempo", per poi dedicarsi ad altro. Principalmente, "alla vita" intesa come quella vera, privata e lontana dalle telecamere.

 

 

 

Bonolis viene spesso considerato un maestro della tv popolare, spesso intesa come "bassa" e qui Mughini, vero intellettuale alto-basso alla Umberto Eco, si infervora. "Purtroppo ho avuto Paolo di fronte poche volte nella mia vita, tre o quattro volte in un set televisivo, una volta in occasione di un qualche festival dove eravamo stati invitati entrambi, una volta in una strada romana dove lui stava camminando sul marciapiede di fronte e mi salutò con una qual certa simpatia che mi sorprese, dato che io raramente sto simpatico a qualcuno. E ho detto purtroppo perché sento che Paolo e io abbiamo parecchio in comune (spero che lui non se ne offenderà), a cominciare dalla passione per i bei libri".

 

 

 

 

Secondo Mughini, Bonolis è da inserire nella ristretta cerchia dei geni televisivi nazionalpopolari. Come Mike Bongiorno ("Non sbagliava una mossa, un tempo televisivo, un gesto. Se sbagliava a pronunziare un nome, è perché lo faceva apposta. Alla prima puntata di una trasmissione in cui sono stato più volte suo ospite, mi chiamò "Mughetti" : figuratevi se non lo fece apposta"), Corrado (capace di tenere banco solo con le sue espressioni facciali), Barbara D'Urso ("Raramente mi sono sentito a mio agio, televisivamente parlando, come durante le sue puntate di una sua trasmissione cui ho partecipato") o Milly Carlucci ("Controlla ogni minimo particolare dalle quindici a mezzanotte. Ogni minimo particolare", dice di Lady Ballando con le stelle).
 
E Bonolis? "Sempre ho ammirato la sua misura, i suoi tempi che non tolgono spazio ai concorrenti, la sua ironia non iattante, quella sua aria sorniona di chi ti sta dicendo che vuole semplicemente farti passare il tempo e niente di più", mascherando sapientemente la sua enorme cultura, magari dietro a un semplice silenzio. Da qui, la proposta indecente: "Fossi uno che comanda in televisione, appena lascerai la televisione popolare ti affiderei una trasmissione sui bei libri. Eccome se fatta da te funzionerebbe". Chissà che qualcuno non lo prenda alla lettera (e chissà che Bonolis, tentato, non accetti).

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