Nel film “doppia coppia” Emanuela Mascherini veste i panni della principessa azzurra
Attrice, autrice e regista, Emanuela Mascherini si è diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, hanno realizzato alcuni cortometraggi che le sono valsi la selezione a festival internazionali, ai David e ai Nastri d'Argento, e oggi è tra le attrici più richieste al cinema. È direttrice della Rassegna Opere Prime Cine Atelier, e ha già dei nuovi progetti. Durante il suo percorso è stata diretta, tra gli altri, da Francesca Archibugi, Francesco Costella e Riccardo Donna e tra le opere come scrittrice, ricordiamo “Glass Ceiling: oltre il soffitto di vetro”, Memorie del cuscino e Alice senza meraviglie. Ora sostiene il tema della violenza sulle donne. Intanto cominciamo dal film di cui è protagonista.
Emanuela, parliamo di questa commedia romantica dove lei è chiamata la Principessa azzurra. Perché?
“Infatti, sono lontanissima dalla principessa delle favole e all’inizio non mi sentivo giusta in questo ruolo: non ero abbastanza bionda, non avevo gli occhi decisamente azzurri, e non ero vanitosa. Poi, la storia mi è piaciuta. Nel film non vivo in un castello, e la principessa è un soprannome. Abito in un paesino fra le montagne, amo la natura e lavoro come guida nelle escursioni trekking”.
E dice di non voler avere legami, ma ha un amico “speciale”, giusto?
“Sì, è così. Tonino è single (Stefano Manca) ed è molto attratto dalle ragazze, ma non da me, o almeno così crede. Esco spesso con Anna (Maria Celeste Sellitto), una ragazza simpatica, divertente, ma che rasenta quasi la ninfomania. E quando conosce Vincenzo, (Michele Manca), un sognatore in cerca dell'anima gemella, crede di esserne innamorata”.
Cosa pensa del film?
“Cerchiamo di raccontare una storia che potrebbe capitare a chiunque e quello che arriva è una commedia sentimentale dove io sono un po' stramba. Un film d’autore, dove ci sono volti nuovi che vivono storie in cui, nella realtà potremmo esserci davvero”.
Lei è anche regista e autrice: che cosa cambia quando chi gira è un altro regista?
“Qualcosa cambia, ma come i personaggi che creo, ho cercato di interpretare una giovane donna che alla dittatura della perfezione si oppone con il coraggio dell'autenticità”.
Infatti, si dice che nella vita reale lei non ami essere il prototipo di una principessa. E come donna combatte contro la violenza: Vero o falso?
“Purtroppo, sono stata vittima di un tentativo di violenza. Una storia cruda, allucinante”.
Ce la racconti...
“Erano le due di notte, ero sola. Appena terminata la serata dedicata ai David di Donatello al Macro di Roma, a passo svelto mi sono avviata verso il parcheggio che distava circa seicento metri dal luogo della festa. Mentre camminavo, mi sentivo spiata, ma quando mi giravo non vedevo nessuno. Lui, si nascondeva ed è arrivato all'improvviso: cappuccio nero e mani forti ha tentato di afferrarmi, mi sono difesa, mentre chiedevo aiuto. Ma l'aiuto non c'è stato. Mentre l’uomo ha allentato la presa credendo che avrei ceduto, mi sono tolta le scarpe e mi sono messa a correre scalza, ferendomi i piedi. Lu ha rallentato la corsa, io ho chiamato il 113, era occupato. Sono riuscita salire in macchina e sono fuggita”.
Poi, cosa è accaduto?
“Sono tornata a casa e ho richiamato la polizia a cui ho dichiarato “voglio segnalare una tentata violenza. È un uomo con il cappuccio nero ed è ancora in giro. Mi hanno risposto che un po' la colpa era mia: “non si gira di notte da sola. Roma è cambiata!” Mi hanno chiesto se volessi fare una denuncia. Non l'ho fatta: mi sono chiesta se la responsabile di ciò che poteva accadere ero io, cosa avrei ottenuto? La violenza non era andata a buon fine, ma l'unico a capirmi davvero è stato il mio compagno”.
Che segni le ha lasciato questa tentata violenza?
“Sul corpo nessun segno, l'ho scampata. Ma nella mente quella violenza è rimasta. Sono convinta che la violenza si eredita c'è sempre una causa quando accadono queste cose”.
Ha ritrovato il suo equilibrio e lavora anche contro la violenza sulle donne...
“Infatti, do il mio contributo a diverse associazioni dove certi comportamenti si apprendono, ma non si giustificano. L'anello debole è che dobbiamo vivere in una società in continua allerta”.
Nel 2023 ha girato “ALBA BLU”, un cortometraggio sulla violenza alle donne.
È stato un momento importante, qualcosa che sentivo di dover fare. Se potrò continuerò a parlare delle donne. A volte mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, ma la risposta positiva arriva subito. Sono votata al lavoro, bisogna fare dei progetti e portarli avanti”.
Intanto, la vedremo presto in tv., come co-protagonista di una serie...titolo?
“Che classe!,” di Yuri Rossi. Prossimamente in Rai”.