Il rapper

Fedez, comizio politico in Rai: scoppia la bufera

Daniele Priori

Fedez pontifica da zia Mara in un pomeriggio ibrido su RaiUno, indecisa tra un capitolo di Domenica In e una puntata di TeleFerragnez. Alla fine di due settimane arricchite da ben due tapiri di Striscia la Notizia in seguito allo scambio di accuse rimasto in sospeso con Morgan su presunte “cricche” e tele di ragno tessute proprio dal rapper attorno all’edizione italiana di X Factor,

Federico Lucia, coniugato Ferragni, la butta sul sociale e genera commozione, lasciandosi andare anche a racconti gravi relativi all’ultimo difficile anno trascorso tra il terrore di una recidiva del tumore al pancreas e la paura legata a una stabilità mentale andata perduta. «Se oggi sono ancora qua e non sono andato oltre è per la mia famiglia. Il dolore a volte è talmente forte che pensi pure a dei gesti estremi per mettervi fine...».

 

 

Fedez, nel corso della lunga intervista a Mara Venier, ha ripercorso la sua storia umana e artistica che, in particolare nell’ultimo anno, ha avuto la famiglia e i figli come unico perno, tanto da portare Fedez ad abbracciare una battaglia giusta che lo commuove fino alle lacrime che, in luogo delle troppe parole in libertà alle quali il cantante showman ci ha abituati, disseminate tra (poche) barre rap e (molte) polemiche con chiunque, amici compresi, e sempre a favore esclusivo di social, una volta tanto sanno di vita vera. E sofferenza autentica: «Ora sto bene, ho un po’ di acciacchini ma sto bene» ha confessato alla Venier, raccontando anche i particolari dell’ultimo ricovero di qualche settimana fa durante il quale ha ammesso di aver preso «abbastanza paura. Sono stati molto bravi i medici che si sono accorti che avevo avuto un principio ischemico allo stomaco».

 

 

Salute fisica e mentale collegate: «A volte la mente è una prerogativa più importante e la salute mentale non può essere un privilegio per pochi» ha sottolineato, annunciando al volontà di aprire un centro di aggregazione «che possa accogliere ragazzi e ragazze e fornire assistenza gratuita a queste persone. È un progetto ambizioso sotto molti punti di vista», che Fedez vorrebbe far partire con un docufilm da dedicare nel 2024, centenario della nascita, a Franco Basaglia, il padre della legge che ha portato alla chiusura dei manicomi.

Risveglio di una progettualità che offre a Fedez, in coda all’intervista, la possibilità di mordere giusto un po’ la Regione Lombardia: «Al San Raffaele una famiglia (la sua,ndr) e una community con tre milioni di euro ha dato vita a un reparto e 150 posti letto, gli stessi posti del padiglione aperto in fiera costato 10 milioni di euro. Soldi nostri».

Storie diverse per gente speciale, come il figlioletto Leone, entrato in campo a fianco ai giocatori del Milan ma sottolineato da un post della Lega Calcio come una presenza speciale tanto da generare sguaiate reazioni social. Non contro il bambino ma contro chi, giustamente, parla in tv contro i privilegi.